Montecchio: «Il Mondo di Lucy», spettacolo-concerto di speranza

Di fronte all’espressione “campo di concentramento”, “campo di smistamento” o “campo di rieducazione” cosa ci viene in mente? Forse i lager e i gulag. Per caso, ci è venuto in mente il campo di Fossoli? Noi ci siamo andati, grazie anche al bel supporto della pastorale giovanile diocesana, e ci siamo resi conto che tanti di noi neppure lo conoscevano. è stato lo spunto per iniziare a ragionare sul male e sul valore dell’essere umano, se intrinseco al soggetto o dovuto alle sue prestazioni. Il male poi vogliamo sempre attribuirlo al capro espiatorio di turno, raccontandoci che noi non abbiamo responsabilità e ignorando che il grano e la zizzania sono mescolate nella società, nella Chiesa e anche in noi.

Non a caso quasi tutti condanniamo ciò che è accaduto nei lager e nei gulag, nonché le relative ideologie, ma tante volte non ci rendiamo conto che riproponiamo la stessa dinamica di fondo. Per esempio dietro il bullismo, il femminicidio e l’esclusione dal gruppo di amici di un ragazzo, cosa c’è se non una mentalità per la quale qualcuno si mette al di sopra degli altri, pensando di poterne fare ciò che vuole? E questo è uno degli aspetti in crescita della nostra società, che infatti vede la crescita della cultura dello scarto. Quante persone sono scartate oggi?

Anziani e handicappati, perché non produttivi e bisognosi di tempo, soldi, affetto. Cinquantenni che perdono il posto di lavoro, perché considerati troppo vecchi per ripartire. Figli, perché arrivano nel momento in cui non sono stati programmati o con caratteristiche non volute. Un ragazzo che non si ubriaca, perché non si omologa alla massa. Una ragazza che non va a letto con uno sconosciuto, perché non vuole essere una fotocopia.
In questo contesto la ruota gira e, prima o poi, ciascuno diviene lo scartato. E anche da qui nasce l’ansia da prestazione, perché si ha paura di essere eliminati se non si è all’altezza di un certo livello stabilito da qualcuno, segno che anche per noi la dignità dipende dalla prestazione.

Continua a leggere l’articolo di Giancarlo Minotta e i ragazzi della parrocchia di Montecchio su La Libertà del 6 Novembre 

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