Alessandra Ferretti e i medici del CORE: presentazione in anteprima del libro “Si chiama cancro. Smettiamo di avere paura” (Aliberti)

“Il tumore ci coinvolge tutti. Chiamiamolo con il suo nome. Affrontiamolo per quello che è nel modo più possibile lucido, razionale, scientifico e, ovviamente, umano. Un’occasione unica per confrontarsi con i professionisti dell’Ausl Irccs Reggio Emilia, un’ eccellenza nazionale” 

Domenica 10 novembre ore 18:00 presso il Palazzo Da Mosto (via Mari, 7 – Reggio Emilia) verrà presentato in anteprima nazionale il libro di Alessandra Ferretti  ‘Si chiama cancro. Smettiamo di avere paura’ (Aliberti –  in libreria dal 27 novembre). Saranno presenti il dott. Alberto Cavazza, la dott.ssa Cinzia Iotti, il dott. Fausto Nicolini, il dott. Claudio Pedrazzoli, il dott. Carmine Pinto, il dott. Romano Sassatelli, il dott. Annibale Versari e la giornalista Manuela Catellani. La conduzione della serata è affidata ad Alessandra Ferretti

Alessandra Ferretti, giornalista, è laureata in Scienze Politiche all’Università di Bologna, ha conseguito il Master in Politiche europee e il Dottorato di ricerca in Storia contemporanea. Ha lavorato all’Istituto storico italo-germanico di Trento e all’Institut für Zeitgeschichte di Monaco-Berlino. Ha iniziato a collaborare fin da giovanissima con «il Resto del Carlino» di Reggio Emilia, per proseguire poi anche in diversi quotidiani e riviste nazionali e internazionali su temi di economia, agroindustria e sanità. Dal 2001 scrive per il Gruppo Sole 24 Ore, dove oggi si occupa in particolare di tematiche mediche per le pagine specialistiche di Sanità 24.

Alessandra Ferretti, scrittrice del libro 

 

Fino a non molti anni fa sembrava un tabù chiamarlo con il suo nome. Si usavano espressioni come “brutto male”, nelle conversazioni private, o “male incurabile”, nella comunicazione dei media. Poi si è cominciato, nei libri e soprattutto in televisione e attraverso i social network, addirittura a enfatizzarlo, magari con l’aiuto di un linguaggio d’ispirazione bellico-militaresca, e a diffondere la retorica secondo cui vince chi lotta. Quando si parla di cancro emergono palesemente i paradossi della comunicazione che, in particolare nell’ambito della sanità, possono creare confusione e addirittura provocare danni. Il paziente oncologico non viene infatti aiutato nel sentire che il nome della sua malattia è citato come epitome del male. E nemmeno lo è se viene investito del ruolo del guerriero e così della responsabilità della propria guarigione.

In un momento storico in cui l’incidenza dei tumori mantiene una propria stabilità e in cui le tecniche e le terapie per curarli vivono un continuo miglioramento, è tempo di riportare la malattia cancro al suo “grado zero”, con un ambizioso processo di “normalizzazione” che, a lungo andare, potrebbe – e dovrebbe – coinvolgere la società intera.L’aumento della conoscenza della malattia oncologica e delle sue possibilità di cura è direttamente proporzionale al ridursi della paura nei confronti del mondo cancro.

Attraverso sette conversazioni con altrettanti professionisti della sanità reggiana, questo libro cerca di spiegare l’ABC del cancro e di diffondere non solo una sua possibile, nuova percezione, ma anche una maniera di comunicarlo il più possibile equilibrato. La parola è il mezzo più potente che abbiamo e tutti siamo responsabili dell’uso che ne facciamo, quando parliamo di oncologia lo siamo in misura estrema. Come sottolinea Siddhartha Mukherjee, autore de L’imperatore del male , «il miglior modo per vincere la guerra contro il cancro è quello di ridefinire l’idea stessa di vittoria».

 

 

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