La statua di san Floriano

Gavassa: torna a splendere l’immagine del patrono

Nel corso dell’ultimo restauro conservativo della chiesa di San Floriano a Gavassa, concluso nel 2012, gli artigiani al lavoro nel presbiterio della chiesa hanno percepito un’area vuota sotto all’intonaco di una delle colonne. Rimuovendo la calce gli operai hanno trovato un tamponamento realizzato alcuni secoli prima. La chiusura era stata posta per coprire una nicchia che ospitava la statua di san Floriano, patrono di Gavassa. Si è ovviamente scelto di restaurare la statua e di riportare alla luce un’opera della quale la comunità aveva perso la memoria. La chiesa parrocchiale di Gavassa è molto antica: l’edificio è citato per la prima volta in un documento del 1171. L’abitato di Gavassa, tuttavia, esisteva già prima poiché fu possesso di Matilde di Canossa.
Luigi Borettini, esperto di arte, propone nell’articolo che segue una descrizione del restauro della nicchia e della statua.

TECNICA ESECUTIVA

Autore sconosciuto, la statua in stucco di epoca probabilmente seicentesca, è stata realizzata in opera (cioè direttamente dentro alla nicchia) di dimensioni 175 cm, addossata alla nicchia. La composizione del manufatto è stata eseguita realizzando una prima struttura di bacchette di ferro e rametti di legno, avvolti da uno strato di gesso come sgrossatura. Il secondo strato, composto di calce e sabbia di fiume, è servito per la modellazione scultorea; il terzo strato, di finitura, è stato eseguito con uno stucco a base di calce e polvere di marmo.

Continua a leggere tutto l’articolo di Luigi Borrettini su “La Libertà” del 30 Ottobre



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