Dalla parte dei cristiani perseguitati

Asia Bibi e altri casi: Paul Bhatti a Correggio per il Circolo «Frassati»

Per 9 anni, dal 2009 al 2018, Asia Bibi, una povera ed umile contadina pakistana, madre di 5 figli, è stata tenuta in prigione e fatta oggetto di violenze fisiche e morali, di segregazione, di minacce di morte, di insulti e di ogni tipo di umiliazione.
Tutto questo a seguito di un’ingiusta accusa di blasfemia rivoltale da alcune donne: Asia, essendo cattolica, avrebbe inquinato, bevendo, l’acqua di un recipiente. L’accusa, profondamente ingiusta e assurda, era degenerata in lite.

Formalmente accusata, Asia venne condannata inizialmente a morte, poi dopo un lungo calvario finalmente assolta dalla Corte suprema pakistana, anche a seguito delle forti pressioni internazionali e del clamore suscitato dal caso.
Tuttavia una numerosa parte della popolazione, animata da violento radicalismo religioso, non ha accettato la sentenza di assoluzione. Asia è stata liberata , ma ora è costretta a vivere in una località segreta in Canada, perché gli integralisti islamici non hanno smesso di minacciarla.

Il relatore ha citato poi altri casi di cristiani uccisi dalla folla inferocita. Dopo la presentazione di questa vicenda che ha scosso la coscienza di tutto il mondo, il dottor Paul Bhatti, medico, specializzato in chirurgia pediatrica e già ministro federale per l’armonia e le minoranze religiose in Pakistan, fratello di Shahbaz, ucciso in odio alla fede cattolica nel 2011, parlando ad adulti e studenti delle scuole superiori di Correggio, invitato dal circolo culturale “Pier Giorgio Frassati”, ha tracciato una breve storia del suo paese, per far capire meglio la situazione attuale.

Il Pakistan, stato a stragrande maggioranza musulmana (95% della popolazione), è nato come nazione indipendente nel 1947, dopo essersi staccato dall’India, di cui faceva parte in precedenza. I fondatori del nuovo stato volevano evitare il sistema delle caste come in India, sistema schiavizzante, che avrebbe reso la popolazione di nuovo schiava, dopo la liberazione dall’Inghilterra.
Avrebbero quindi fondato una repubblica democratica e laica, rispettosa delle minoranze: la legge contro la blasfemia avrebbe dovuto garantire una certa libertà religiosa. Tale iniziativa portò inizialmente ad una buona convivenza tra musulmani, indù, cristiani, sikh, buddisti…

Continua a leggere tutto l’articolo d Massimo Vezzani su “La Libertà” del 30 Ottobre

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