La città giusta dell’ACR

In cento, fra ragazzi ed educatori, a Bardolino per gli esercizi spirituali

LA LOCATION

L’ACR (Azione Cattolica Ragazzi) ha ripreso il cammino diocesano con la proposta degli esercizi spirituali nella consueta, splendida cornice del lago di Garda a Bardolino. Ormai siamo di casa in questo bell’istituto salesiano dove l’accoglienza, la funzionalità e la bellezza ci offrono una location adatta per i nostri esercizi.

IL TEMA

Il tema nazionale dell’ACR di quest’anno è “LA CITTà GIUSTA”. Nell’anno della Compagnia, secondo la rotazione dell’ACR, i ragazzi sono invitati a guardare il loro quartiere, il loro paese con gli occhi attenti di chi guarda dietro ciò che appare. A Bardolino, sono stati accolti da un sindaco molto propositivo e da tante guide turistiche che hanno fatto loro vedere gli angoli belli della città ma anche angoli che lasciavano vedere degrado, solitudine, sofferenza. Allo stesso modo la provocazione in chiesa ha fatto intendere ai ragazzi che dietro l’apparente serenità di tante situazioni ci può essere bisogno di attenzione, aiuto, condivisione. L’icona biblica che l’ACR ha scelto per riflettere su questo tema è quella delle opere di misericordia del vangelo di Matteo: “Quello che avete fatto ai più piccoli d’avete fatto a me”.

LE GUIDE

Come guide per i nostri ragazzi, come sempre erano presenti il nostro don Gabriele Valli, assistente diocesano ACR, il giovane sacerdote don Alberto Debbi, il nostro carissimo Samuele Goccini e alcuni ragazzi dell’équipe: Sabrina , Elena e Cecilia.

I LAVORI NEI GRUPPI – La parola a Cecilia Iotti

Durante questi due intensi giorni, abbiamo camminato per il Vangelo così come si cammina per i viottoli di una città già conosciuta ma non ancora scoperta. Perché “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare” recita una strada, “ho avuto sete e mi avete dato da bere”, dice un’altra, “ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Ecco, camminando tra queste righe si scoprono bisogni concreti dell’uomo: dal più emarginato a noi stessi, quando abbiamo fame di risposte immediate.
Si è scoperto che in ogni richiesta di bisogno, quando l’uomo è piccolo piccolo, nelle periferie dell’esistenza umana, lì c’è Gesù. Non nelle nostre solenni vittorie, ma nelle temporanee sconfitte.

Continua a leggere tutto l’articolo dell’Équipe ACR su “La Libertà” del 30 Ottobre

 

 

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