Educare anche nell’età della pensione

Conversazione tra monsignor Camisasca e Cesare Rinaldini

“Per quanto riguarda il mondo degli adulti, desidero sottolineare il fatto che il compito educativo li riguarda inesorabilmente: la fatica dell’educare non può essere mai risparmiata a nessuna società e a nessuna generazione”. Da questo breve stralcio del Discorso del vescovo Massimo alla Città in occasione della solennità di san Prospero 2018 prende le mosse, la mattina di mercoledì 16 ottobre al Classic Hotel di Reggio Emilia, il convegno promosso dal Cupla (Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo), che da oltre trent’anni riunisce sette associazioni pensionati.
L’incontro è preceduto da un minuto di silenzio osservato per ricordare Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i poliziotti rimasti uccisi nell’attacco di Trieste, in comunione con la santa Messa poco prima presieduta dal Vescovo in Questura.

Dopo il telegrafico saluto di Francesco Bosco, presidente del Cupla, affiancato al tavolo dal segretario Vilder Canalini, a confrontarsi sulla relazione fra anziani e giovani, o se si preferisce tra nonni e nipoti, sono monsignor Massimo Camisasca, che in apertura si definisce “un pensionato che lavora”, e il professor Cesare Rinaldini, psicologo e psicoterapeuta di scuola adleriana, docente a contratto nel Dipartimento Educazione e Scienze Umane dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Il dialogo avviene in forma d’intervista, raccogliendo anche le sollecitazioni dei presenti. Si parte dal nuovo ruolo dei nonni, che nell’epoca attuale – sostiene Rinaldini – non sembrano più rappresentare solamente la figura di sostegno ai genitori in difficoltà in alcune attività della giornata, ma rientrano a pieno titolo tra gli educatori di bambini e ragazzi. Essi, come argomenta il Vescovo, sono portatori di diversi doni – la saggezza, il gusto della gioia profonda, il valore della memoria – ma non sono esenti da alcuni rischi, primo fra tutti la tentazione di rifugiarsi nei bei tempi andati e di occuparsi solo di fare bilanci di risorse fisiche o emotive.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 23 Ottobre

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