La natura e la svolta green

Al Climate Action Summit dell’Assemblea Generale dell’Onu, aperto pochi giorni fa dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg che si batte a favore dello sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico, il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, nel suo lungo discorso, ha dichiarato: “…La natura è arrabbiata e ci prendiamo in giro se pensiamo di poter farci gioco di lei, perché la natura si vendica sempre e nel mondo sta già colpendo con furia…”.
Improvvisamente, nell’immaginario collettivo, la Natura compare non più come madre benevola e accogliente, ma come forza punitiva e distruttrice, pronta a scagliarsi contro una malsana idea di progresso che la vorrebbe addomesticata e china ai capricci dell’uomo.
Ma la natura non è vendicativa, semplicemente segue il suo corso.

Noi non sappiamo da cosa sia mossa questa ragazzina svedese, dai tratti somatici che sintetizzano secoli di popolazioni e contaminazioni, che, con ostinata determinazione, continua ad appellarsi ai grandi della Terra per sensibilizzare sulle gravi conseguenze dell’inquinamento e per l’adozione di misure urgenti a salvaguardia del pianeta. Ma la sua azione ha innescato un movimento di coscienze ecologiste, soprattutto tra i giovani, che sta assumendo un effetto valanga impossibile da ignorare. E il suo riverbero crea movimenti di opinione in grado di accelerare i processi che generano provvedimenti da cui tutti trarremo giovamento e beneficio.
Nel quartiere generale delle Nazioni Unite, 59 Paesi hanno sottoscritto un accordo per aumentare i contributi nazionali finalizzati al taglio delle emissioni di CO2 del 45% entro il 2030.

Leggi tutto l’articolo nella rubrica Mirabilia a cura di Valeria Braglia su La Libertà del 2 ottobre

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