«Cari don Gianni, don Daniele, don Stefano…»

A Pieve Modolena l’unità pastorale Santa Teresa di Calcutta ha salutato i sacerdoti

Riceviamo e pubblichiamo il testo di ringraziamento dell’unità pastorale Santa Teresa di Calcutta (parrocchie di Pieve Modolena, Roncocesi, Cavazzoli e San Pio X) ai sacerdoti che hanno ricevuto altre destinazioni. La Messa è stata celebrata domenica scorsa. Le foto sono di Mattia Caroli di Fotografica Studio di Reggio.

Cari don Gianni, don Daniele, don Stefano, celebriamo oggi la gioia di aver condiviso un tratto di strada insieme. Chi da maggiore e chi da minor tempo. Gioia mista a un pizzico di malinconia, non ce lo possiamo nascondere: i distacchi sono sempre sofferti, per alcuni più, per altri meno. Ma Gesù ci invita a non attaccarci ai nostri sentimenti, alle nostre sicurezze, ma solamente alla Sua parola e alla Sua presenza.
E allora siamo contenti oggi di ringraziare il Signore di quello che siete stati e sarete sempre per le nostre comunità.

Caro don Gianni, come ringraziarti per non fare complimenti fini a se stessi, che se diretti alla tua persona, non hai piacere di ricevere per il grande sentimento di umiltà che ti contraddistingue? E come non rischiare di fare un lungo elenco di cose importanti realizzate in questi anni, con il rischio di dimenticarne qualcuna? E allora abbiamo provato a legare lo stile della tua persona ad alcune parole incontrate nelle liturgie delle nostre sagre. Dalla liturgia a Cavazzoli: “Vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi” dal Vangelo di Luca. Le parole di Gesù rimandano il pensiero a te, don Gianni, al tuo parlare, al non accreditarti mai i riconoscimenti: soprattutto quelli positivi! Al contrario, quando c’era qualche criticità, e nella nostra compagnia lunga 19 anni ce ne sono state diverse, per primo te ne facevi sempre carico, anche se non ne eri direttamente responsabile. Umanamente è un atteggiamento incomprensibile, ma evangelicamente è segno di grande fiducia nel Padre e di profonda assunzione di responsabilità nell’accogliere tutte le povertà, anche quelle di mente e di cuore. Ti sei fermato ad ascoltare tutti, i più poveri e i meno poveri. Conosci tutti, hai una parola per tutti.
In questo momento desideriamo ricordare anche Candina: lei ha dato l’impronta di accoglienza alla casa canonica, con la sua cordialità, la sua ospitalità… e il suo caffè. E a proposito di ultimi ti ringraziamo per il Centro di ascolto Caritas “Beata Teresa di Calcutta”. E le visite ai malati e l’attenzione che hai sempre avuto per le famiglie con malati in casa o in ospedale, come vero e proprio tabernacolo da cui fare partire riflessioni, considerazioni, omelie…

Dalla liturgia a Roncocesi: “Chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la sapienza e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito” dal Libro della Sapienza,
Lo Spirito Santo: questo sconosciuto. Della Santissima Trinità, il Padre e il Figlio per tutti sono figure immediatamente comprensibili, forse perché riconducibili ad una immagine terrena, ma lo Spirito Santo a volte è dimenticato, perché è una presenza spesso sconosciuta. Per te è il consolatore e colui che illumina la strada. Tu ce lo hai presentato come amico, e abbiamo iniziato a conoscerlo, a sentirlo dentro di noi e a provare a riconoscerlo intorno a noi. 

Leggi tutto l’articolo delle comunità dell’unità pastorale Santa Teresa di Calcutta su La Libertà del 2 ottobre

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