Nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale

In questo scritto mi permetto di presentare brevemente il prossimo Sinodo dei Vescovi mettendo in rilievo dati che credo importanti.
È un Sinodo dei Vescovi, quindi con la rappresentanza delle conferenze episcopali di tutto il mondo. è però una ‘Assemblea Speciale’ e cioè riguarda una regione determinata; non viene celebrato in una città dell’Amazzonia ma a Roma e con la partecipazione non solo dei vescovi dell’Amazzonia ma di altre parti del mondo. Perché? Perché si riconosce che pur riguardando direttamente una zona circoscritta, i temi che verranno trattati hanno conseguenze per la Chiesa universale.
Regione Panamazzonica. La regione amazzonica (in gran parte foresta, ma che gli uomini stanno distruggendo) copre un territorio di 7,5 milioni di chilometri quadrati, per il 65% nel Brasile e si estende anche in Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana francese; tutta questa estensione viene chiamata “regione panamazzonica”.

Nuovi cammini per la Chiesa. L’espressione è chiara: si tratta di individuare nuovi cammini, alla luce della situazione e delle problematiche di questa specifica regione. Sarà compito dell’Assemblea proporre effettivamente nuovi cammini e non solo riproporre cammini vecchi.
Metodo: preparazione e coinvolgimento dei fedeli. Il dialogo. Interessante tutto il lavoro preparatorio che è stato fatto. Una consultazione molto ampia, che ha coinvolto quasi tutte le comunità della regione amazzonica, con migliaia di schede che sono giunte al comitato che segue i lavori per il Sinodo. Ascoltare è essenziale; la Chiesa ascolta, entra in dialogo per uno stile sinodale: camminare insieme. Non sempre la missione ha dato importanza al dialogo. A volte la evangelizzazione è stata una colonizzazione, l’imposizione di una cultura occidentale estranea senza accogliere storia e spiritualità dei popoli indigeni. Occorre entrare in dialogo, ascoltare, comprendere la vita delle diverse popolazioni, comprendere i problemi, accogliere le loro esigenze, valorizzare le loro ricchezze. I popoli che abitano la regione amazzonica non sono selvaggi da addomesticare o vasi vuoti da riempire.

Continua a leggere tutto l’articolo di Gabriele Burani su La Libertà del 25 settembre

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