Il Papa in Madagascar: la scelta dei poveri

Da La Libertà del 18 settembre

Si commuove, monsignor Pietro Ganapini, quando pensa ai sacrifici dei poveri per partecipare alla Messa del Papa di domenica 8 settembre ad Antanarivo.
“è stato un momento di grande emozione”, ha raccontato il presbitero novantunenne – decano dei missionari e patriarca della missione diocesana in Madagascar – al giornalista Maurizio Di Schino di Tv2000, “per la gente che affluiva, di tutte le categorie… li ho visti passare, questa povera gente con i bambini in groppa, a volte… Un milione di persone, mai vista tanta gente”.

Per monsignor Ganapini, ha sottolineato Di Schino nel servizio, il momento in cui Papa Francesco ha parlato della lotta alla corruzione è stato uno dei passaggi più forti dell’omelia. “Il Papa ha dato una sferzata e ha detto con chiarezza che occorre rimediare alla corruzione generale”.
Richiesto poi di definire in poche parole i suoi 58 anni di servizio come fidei donum sull’Isola rossa, don Pietro ha risposto così: “Abbiamo messo in risalto l’attenzione ai poveri”. Un’attenzione che la vita di monsignor Ganapini ha incarnato promuovendo fino a oggi la nascita di ben 104 scuole per poveri in tutto il paese, grazie agli aiuti inviati periodicamente da amici e benefettori. La sua perciò è davvero una quotidiana scelta dei poveri.

Aal termine del colloquio è stato chiesto a don Pietro se pensa di tornare in Italia. “No – la sua risposta – le mie condizioni di salute non mi consentono di affrontare il viaggio. Il principale motivo però non è questo. è che ormai voglio troppo bene ai malgasci”.



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