Comunità e referenti stabili, ecco il punto della situazione

Intervista al Vicario generale monsignor Nicelli

L’omelia con cui il vescovo Massimo ha inaugurato in Ghiara l’anno pastorale 2019/2020 (pubblicata integralmente nell’edizione scorsa de La Libertà, unitamente all’allocuzione pronunciata da monsignor Camisasca al termine della liturgia) ha suscitato molto interesse non solo nelle comunità cristiane reggiano-guastallesi, ma anche sulla stampa locale e nazionale: in generale, il progetto di dare alle piccole comunità prive di un sacerdote residente un riferimento stabile individuato tra i diaconi, le persone consacrate o tra i parrocchiani laici, uomini o donne, è stata accolta con favore.

Testualmente, il Vescovo aveva presentato così la novità: “Ed ecco la mia proposta, il mio sogno: là dove è possibile, ogni piccola comunità radunata attorno a una chiesa che non può essere servita dalla presenza stabile di un presbitero (almeno per la messa domenicale), possa trovare in un uomo o una donna laici, in una persona consacrata o in un diacono permanente, oppure in lettori, accoliti o ministri straordinari della Santa Comunione, un punto di riferimento stabile – in continuo e fedele riferimento al Moderatore di Unità Pastorale – per la cura di quella comunità”.

In attesa che gli organismi diocesani diano attuazione concreta alle linee che il pastore ha indicato, facciamo il punto della situazione insieme al Vicario generale della Diocesi monsignor Alberto Nicelli. “Nelle 61 unità pastorali della diocesi – spiega il Vicario generale – sono presenti le 314 parrocchie (diventano 316 con le due parrocchie ospedaliere presenti in città), di cui 233 non hanno più un parroco residente. Infatti nella nostra diocesi i parroci, ovvero i responsabili e i rappresentanti legali delle 314 parrocchie, sono in totale 81. A regime, dovremmo avere un parroco moderatore per ognuna delle 61 unità pastorali”.
Il progetto pastorale e organizzativo è destinato a impegnare gli organismi diocesani di qui fino al settembre 2020, secondo una visione di Chiesa che ha preso sempre più corpo nella prima parte della Visita pastorale, che dopo la pausa estiva ripartirà da Quattro Castella.

Continua a leggere tutta l’intervista su La Libertà del 18 settembre

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