Sorrisi & canzoni? Ad Aiola

Da 22 anni il festival parrocchiale unisce le generazioni

Un po’ Festivalbar, un po’ Casa Vianello (per chi ne conserva i ricordi), con un tocco di Zecchino d’Oro e una spolverata di X Factor: la serata-concerto di fine estate si rivela molto godibile a Villa Aiola, dove la musica trova un tempo disteso per ascoltare, sorridere e sostenere le attività parrocchiali. E uno spazio all’aperto da fare invidia ad altre manifestazioni, grazie anche alla clemenza del cielo, inizialmente piuttosto minaccioso.

Il nome di questa gara canora, “CantAiola”, dice già molto: ciò che stupisce è che quella del 31 agosto sia la ventiduesima edizione e che da così tanto tempo il concorso si alimenti pressoché totalmente di aiolesi Doc, appartenenti a tre generazioni almeno e spinti dalla volontà di salire sul palco per beneficenza. Belle voci, bravi strumentisti, intrattenitori nati.
Sedici pezzi in scaletta, oltretutto, che con gli intermezzi comici e un intervallo auto-pubblicitario fanno una bella maratona.

Ma il pubblico non si schioda dalle sedie, dove si accomoda dopo la cena a base di piadine: tifa, vota anche con gli sms, fa incetta di biglietti della sottoscrizione interna per finanziare i lavori di ristrutturazione del circolo parrocchiale e il tinteggio dell’oratorio (l’anno scorso una parte del ricavato era andato alle popolazioni alluvionate del Kerala) e attende i tre verdetti sui premi assegnati dalla giuria: interpretazione, simpatia e coreografia.

Gran parte di questa fruttificazione dipende alla seminagione tenace del parroco-patriarca monsignor Antenore Vezzosi: è lui il primo a benedire l’inizio delle esibizioni, con il suo stentoreo ottimismo e l’entusiasmo di un ragazzo, anche se deve muoversi con il bastone.
Dopo di lui a salutare la platea è l’avvocato Stefano Ferri, assessore con deleghe a bilancio, tributi, sport e salute di Montecchio Emilia, il Comune che dà il patrocinio all’iniziativa organizzata da Pro loco Villa Aiola, circolo Anspi e parrocchia di San Giuseppe.

Leggi il testo integrale dell’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà dell’11settembre

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