Papa Francesco in Madagascar tra le nostre missioni

Papa Francesco visita il Madagascar dove sorgono Case della Carità e operano missionari diocesani, suore carmelitane minori e volontari

Nella grande Isola rossa è missionario fidei donum da ormai 58 anni il reggiano mons. Pietro Ganapini, classe 1928, nativo di Pantano di Carpineti, sacerdote dal 1950. Partì dalla nostra diocesi per la grande isola rossa dell’Oceano Indiano il 20 novembre 1961 durante l’episcopato di Beniamino Socche, che lo aveva ordinato presbitero. Il patriarca delle missioni diocesane,come lo ha definito il vescovo Massimo Camisasca, nella vasta diocesi di Antananarivo – la capitale dove il Santo Padre farà sosta – sta continuando la sua preziosa e instancabile opera in campo educativo attraverso la costruzione di scuole. Nella grande Isola Rossa, profondamente legata alla Chiesa reggiano-guastallese, sono presenti quindici case della carità della congregazione fondata da mons. Mario Prandi: Tongarivo fu la prima ad essere aperta 50 anni, l’11 febbraio 1969 alla periferia della capitale Antatanarivo, ed è dedicata al terzo mistero gaudioso; l’ultima, il 1 maggio 2016, è quella di Moramanga. Per il viaggio pastorale di Francesco sono stati scelti il logo<. la palma del viaggiatore, ravinala, e l’albero di baobab e il motto“Semeur de paix e d’espérance”.

Don Pietro Ganapini, sacerdote reggiano, in Madagascar dal 1961

L’arrivo di Papa Francesco è atteso con trepidazione nella grande isola dell’Oceano Indiano, dove il 14 maggio scorso il cardinale Désiré Tsarahazana, Arcivescovo di Toamasina e Presidente della Conferenza Episcopale del Madagascar, aveva rivolto ai fedeli un pressante invito alla preghiera e per “una buona preparazione spirituale”, come scrive l’Agenzia Fides. “Si tratta di una visita spirituale eccezionale perché in quanto capo della Chiesa universale il Papa verrà in Madagascar per seminare la speranza e la pace” ha sottolineato il Cardinale Tsarahazana, nella sua lettera pastorale. “Approfittiamo di questa grazia che il Signore ci offre per correggere i fallimenti della nostra vita nazionale”, sottolineando che “anche se le chiese sono piene di fedeli, è certo che la fede non è ancora ben radicata. L’accoglienza dei sacramenti sta diminuendo sensibilmente. L’approfondimento della fede è insufficiente”. Sul piano sociale il Cardinale Tsarahazana rimarca che “la società è disorganizzata. Ognuno pensa a se stesso. La vita è cara. La corruzione è la norma. La giustizia è diventata anarchica. Gli omicidi si moltiplicano ovunque. Nonostante i notevoli sforzi delle forze di sicurezza e delle persone, l’insicurezza non è ancora sotto controllo. Le famiglie sono divise, mentre i giovani non hanno più un modello da imitare e sono tentati dai desideri del mondo. Affondano nelle droghe non rispettando più i valori, non sono più in grado di disciplinarsi per lavorare ma spesso cedendo il passo alla strada più facile e comoda”.

Il vescovo Massimo Camisascas in visita in Madagascar

Il Cardinale Tsarahazana auspica quindi che con la sua visita Papa Francesco possa “incoraggiarci a “vivere insieme”, e a rompere i muri di separazione tra le diverse categorie sociali. “Accompagniamo con le nostre preghiere Papa Francesco affinché sia in buona salute per fare questo viaggio che lo porterà fino a noi. Affidiamo questa eccezionale visita apostolica alla Beata Vergine e ai Santi e Beati del Madagascar. Possa questa essere molto fruttuoso per noi” conclude il Cardinale Tsarahazana.

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