Cavriago, 60 anni di grazie

Il discorso di don Capotorto per il compleanno della Casa della Carità

Si è celebrato lunedì 24 giugno il 60° compleanno della Casa della Carità di Cavriago, nella solennità di san Giovanni Battista. Presenti ai festeggiamenti, oltre alle decine di amici provenienti da tutta la diocesi, i parroci della Val d’Enza, don Claudio Gonzaga e il vescovo emerito di Brescia Luciano Monari, che ha presieduto la celebrazione eucaristica.

Al termine della Messa i partecipanti sono stati coinvolti dall’energia degli educatori della parrocchia di Cavriago ed hanno assistito allo spettacolo teatrale scritto e realizzato dai giovani della parrocchia di Aiola, dal titolo “Don Mario direbbe…”, ispirato alla storia di don Mario Prandi.

Tanti i motivi per cui ringraziare la Casa e chi la fa vivere, segno tangibile della vicinanza di Dio ai poveri.
Di seguito riportiamo le parole di don Filippo Capotorto, superiore generale della Congregazione Mariana delle Case della Carità, rivolte ai fedeli in occasione dei festeggiamenti.

“Celebrare 60 anni di una Casa della Carità aperta nel giorno della Natività di San Giovanni Battista può sembrare un contrasto. Mette insieme 60 anni e natività. L’inizio dell’anzianità e l’inizio della vita. Questa associazione la vedo anche nel volto che ha oggi la Casa della Carità di Cavriago, grazie alla presenza storica di alcuni Ospiti e di Judith. Questo volto della Casa della Carità può essere guardato ed ascoltato in tanti modi. A questo proposito l’esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit consegnata da Papa Francesco a Loreto il 25 marzo 2019, fa alcune considerazioni che mi sembrano provvidenziali”.

Leggi tutto l’articolo di Francesco Fantuzzi su La Libertà del 17 luglio



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