Con la forza dei giovani santi

San Valentino: preghiera e solidarietà nel nome del beato Rolando Rivi

“Rolando ci aiuta a comprendere che Gesù è realmente presente tra noi e ci invita a offrire a Lui tutta la nostra vita”. Così il vescovo emerito di Fabriano, monsignor Giancarlo Vecerrica, ha ricordato il Beato Rolando Rivi Martire in occasione della Processione per la libertà religiosa.
“La realtà – ha proseguito Vecerrica – è ricca di significato perché Gesù è il senso di ogni cosa e sta nella profondità di ogni cosa”. Tutto appartiene a Lui e in Lui anche la nostra umanità può fiorire, scoprendo la ragione del proprio esistere e la grandezza del destino di bene cui Dio ci chiama. “Rolando esprimeva tutto questo in solo quattro parole, con cui definiva la propria identità: Io sono di Gesù”.

Il vescovo emerito di Fabriano è intervenuto nella Pieve di San Valentino, Santuario diocesano del Beato Rolando Rivi Martire, domenica 2 giugno, durante l’omelia della santa Messa, celebrata al termine della Processione.
Citando l’Esortazione apostolica di Papa Francesco, Christus vivit – “Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita” – Vecerrica ha ricordato che: “Il cuore della Chiesa è pieno anche di giovani santi, che hanno dato la loro vita per Cristo, molti di loro fino al martirio. Sono stati preziosi riflessi di Cristo”.
Ora risplendono nella luce del Signore. “Sono amici che ci aiutano a uscire dalla sonnolenza dell’umano, in cui le ideologie contemporanee vogliono spingerci”.

Rolando, testimone ardente della fede, “vittorioso contro l’odio del mondo”, ci invita alla stessa testimonianza, “senza la paura di andare contro la corrente della mentalità dominante”.
“Testimoni coraggiosi, perché apparteniamo a Gesù: testimoni impegnati, perché desiderosi di un mondo più umano; testimoni gioiosi, perché in Cristo nulla ci manca: il centuplo quaggiù e la vita eterna”.

Leggi tutto l’articolo di Emilio Bonicelli su La Libertà del 19 giugno



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