Tutela dei minori: è pastorale

Monsignor Ghizzoni spiega le sfide che attendono la Chiesa italiana

Nasce la pastorale per la tutela dei minori. È questa la novità più significativa, assieme all’obbligo “morale” per i vescovi di denuncia all’autorità giudiziaria in caso di abusi sui minori, delle Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili approvate dall’Assemblea della Cei.
Il documento è frutto di un lavoro di studio di quasi tre anni, prima del Gruppo e poi del Servizio nazionale Protezione minori guidato dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, che in quest’intervista spiega la portata della sfida che la Chiesa italiana ha deciso di affrontare. A partire dall’azione pastorale e formativa da avviare, anche nei confronti dei ragazzi, in ogni territorio a protezione dei più piccoli e vulnerabili, una preoccupazione che dovrà essere dell’intera comunità cristiana, delle parrocchie, delle Diocesi. Perché troppo gravi sono i danni che segnano le vittime degli abusi, dentro e fuori dalla chiesa.

Arcivescovo, qual è la principale novità contenuta in queste Linee Guida?
La vera svolta è l’introduzione dell’obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria da parte dell’ordinario del luogo (il vescovo, ndr) nel quale avviene un possibile abuso da parte di un chierico. Ovviamente dopo averne vagliato la verosimiglianza. Il vescovo aveva già l’obbligo di avviare un’indagine cosiddetta ‘previa’, cioè raccogliere elementi da inviare alla Congregazione per la Dottrina della fede e, nel caso, avviare un procedimento canonico. Ma nelle linee guida introduciamo anche l’obbligo morale (perché dal punto di vista giuridico in Italia non lo avremmo), di informare anche l’autorità giudiziaria, che ha mezzi molto più efficaci di indagine, questo è il punto. O meglio, dopo aver fatto l’indagine ‘previa’ sulla segnalazione, noi incoraggiamo anzitutto la denuncia da parte di chi l’ha presentata o dei genitori o tutori, se minorenne. Se non la vogliono fare, prepariamo noi un esposto, informando di questo chi segnala. Se si opporranno, chiederemo che questa opposizione alla denuncia sia scritta, debitamente documentata e ragionevolmente giustificata.

Leggi tutto l’articolo di Daniela Verlicchi su La Libertà del 5 giugno

Monsignor Lorenzo Ghizzoni


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