Libertà religiosa nel nome di Rolando

La festa liturgica del beato Rivi e la processione di domenica con Vecerrica

La “Comunità Internazionale” non può assistere “muta e inerte” di fronte “all’inaccettabile crimine” perpetrato nei confronti di uomini e donne perseguitati, torturati, uccisi per la sola colpa di annunciare pubblicamente l’amore di Cristo, morto e risorto. “Loro sono i nostri martiri di oggi, e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi che nei primi secoli”. “Auspico veramente che la Comunità Internazionale non volga lo sguardo dall’altra parte”.
Le forti parole di Papa Francesco (si veda il Regina Coeli del 6 aprile 2015) torneranno a risuonare domenica 2 giugno 2019, in occasione della Processione per la libertà religiosa e in aiuto alla Chiesa che soffre.

L’appuntamento è alle ore 17.45 sul piazzale antistante la Ceramica San Valentino, in via Manganella 4 a Castellarano (RE). Da qui alle ore 18 partirà la Processione, verso la Pieve di San Valentino, Santuario del Beato Rolando Rivi Martire, via Rontano 7, Castellarano, dove, alle ore 18.30 monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito della Diocesi di Fabriano-Matelica, celebrerà la santa Messa.

Tutte le offerte raccolte andranno a sostegno dei progetti AVSI e Oui pour la vie in aiuto delle famiglie e per l’educazione dei bambini nei campi profughi in Libano, dove vivono circa due milioni di rifugiati, in un Paese che ha solo sei milioni di abitanti. Tra i profughi vi sono molti cristiani, provenienti dalla Siria e dall’Iraq, fuggiti dalla guerra e dalle persecuzioni.

La Processione di domenica 2 giugno si svolgerà in ricordo del Beato Rolando cui fu negata quella libertà religiosa che, ancora oggi, viene negata in molte parti del mondo. Il giovane seminarista fu odiato per la gioia e l’intensità con cui portava la sua testimonianza, attirando altri giovani all’esperienza cristiana.

Sequestrato sul finire della seconda guerra mondiale da un gruppo di partigiani comunisti, Rolando fu tenuto prigioniero, insultato, picchiato, torturato, ma non rinnegò mai la sua fede.
Infine, venerdì 13 aprile 1945, il giovane seminarista, innocente, fu ucciso, mentre in ginocchio pregava, in un bosco nei pressi di Piane di Monchio (MO).
Come Cristo ci ha dimostrato la grandezza infinita del suo amore per il Padre, dando la vita per noi, così Rolando ha dimostrato la grandezza del suo amore per Gesù, dando la vita per Lui.

Continua a leggere tutto l’articolo di Emilio Bonicelli su La Libertà del 29 maggio

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