In Europa più bene comune e più dialogo

La serata con il professor Alberto Lo Presti all’oratorio di Santa Croce

“Di fronte agli egoismi nazionali, oggi serve più Europa”. Ne è convinto Alberto Lo Presti, docente di Dottrina sociale della Chiesa all’Università LUMSA di Roma, intervenuto all’incontro “Europa: costruire un futuro di civiltà e di pace” promosso dall’unità pastorale “San Paolo VI” nel dopocena di lunedì 6 maggio all’oratorio “Don Bosco” di Santa Croce a Reggio.
La serata, organizzata da Vittorio Cenini, è stata voluta come un momento di confronto e riflessione culturale in vista della tornata elettorale di domenica 26 maggio, nella quale gli elettori italiani saranno chiamati a disegnare il volto del nuovo parlamento europeo.

Libertà e partecipazione
In apertura di serata Lo Presti ha ripercorso brevemente le tappe storico-culturali che hanno portato a delineare l’idea di Europa che conosciamo oggi. “Aristotele, 2.400 anni fa, è stato il primo a mettere in luce i tratti dell’identità europea in rapporto a quella persiana (orientale)”: nel libro quarto de “La Politica” il filosofo greco afferma che i popoli europei sono accomunati dall’amore per la libertà e la partecipazione.

Già allora i confini del continente erano difficili da definire, e, chiarisce Lo Presti – dopo aver accennato al contributo all’identità europea di Esiodo, san Colombano, Carlo Martello e Carlo Magno – sarà Giovanni Paolo II ad affermare che i confini dell’Europa coincidono con la penetrazione del Vangelo per superare la distinzione tra Europa occidentale e Europa orientale. Il contributo dei Papi è stato fondamentale, in particolare negli ultimi secoli, per la formazione di un comune sentire europeo: nella “Rerum Novarum” Leone XIII parla dei principi di solidarietà che devono sorreggere le classi lavoratrici in risposta alle tensioni prodotte da capitalismo e marxismo; Benedetto XV delinea la pace che si dovrà instaurare dopo il primo conflitto mondiale, mentre Pio XI condanna i totalitarismi che afferma essere contrari all’Europa.

Continua a leggere tutto l’articolo di Emanuele Borghi su La Libertà del 22 maggio

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