Futuri diaconi: Alessandro Zaniboni

Alessandro Zaniboni nasce il 15 luglio 1994 nella parrocchia di Pieve di Guastalla. I genitori, Mariachiara e Fernando, lavorano insieme nel loro studio grafico domestico. Lui è il terzogenito dopo Giulia, che lavora nell’ambito musicale, e Alberto, insegnante di inglese alle scuole medie. A Guastalla Alessandro fa tutte le scuole: elementari e medie presso le Orsoline, completate da ragioneria all’Istituto “Russell” e scuola di musica locale.
L’anno della maturità – il 2013 – coincide con l’entrata in Seminario.

Zaniboni gioca a calcio come portiere prima nella “Saturno” e poi nel “Guastalla” e suona la tromba nella banda di Guastalla e Dosolo. “Il mio primo servizio risale al 25 aprile 2009”, ricorda il giovane con una “nota” di compiacimento. E il legame continua: nel tempo natalizio e nella bella stagione, quando gli impegni di studio lo permettono, Alessandro si unisce ancora ai concerti del gruppo e sabato sera, assicura, gli ottoni della sua banda saranno presenti in Ghiara per animare la Messa di ordinazione diaconale insieme al Coro Diocesano.

Guardando a ritroso, il seminarista rintraccia i prodromi della sua vocazione al sacerdozio in due sorgenti.
La prima è la sua consuetudine nel fare il chierichetto da bambino e una certa spontanea attrazione per la liturgia e “il mondo dei preti”.
La seconda è la passione per le questioni sociali, economiche e per i problemi degli “scartati”, favorita dalla scoperta dell’arte dei cantautori, prima italiani poi stranieri, che ebbe origine in un istante ben preciso, cioè quando un giorno, in casa, la radio passa la canzone “Cyrano” di Francesco Guccini. Alessandro all’epoca è in terza media. Ma anche per tutto l’arco delle scuole superiori – racconta – il suo personale discernimento su cosa fare da grande si gioca al bivio tra il sacerdozio e la politica, nella forma di una possibile iscrizione universitaria a Giurisprudenza.
A fare pendere la bilancia dalla parte del Seminario è la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, nel 2011, definita “un momento intenso dal punto di vista interiore”.

Continua a leggere la storia di vocazione di Alessandro Zaniboni su La Libertà del 22 maggio

 

 

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