Scuole «ImmaginaChe»: il Rosario raccontato dai ragazzi

GRANI DI BELLEZZA

Il Rosario, nella sua semplicità, si presta a per divenire una preghiera corale da recitare in famiglia, con gli amici, in circostanze particolari e prima di dormire. La preghiera mariana per eccellenza aggrega, culla e sostiene anche quando, nei momenti difficili, mancano le parole per rivolgersi in altro modo al Signore. In queste circostanze la corona del Rosario ci accompagna dolcemente nell’affidare il cuore a Maria, nostra madre, perché ci accolga e ci consoli.
Il Rosario “batte il ritmo della vita umana”, come suggeriva Giovanni Paolo II (Rosarium Virginis Mariae. Lettera apostolica all’episcopato, al clero e ai fedeli sul Santo Rosario).
Non mancano però le persone che ritengono questa preghiera monotona, ripetitiva, popolare, adatta agli “umili”, ai nostri nonni quando faticavano a comprendere la messa in latino: sostanzialmente una devozione lontana dai ritmi di vita attuali e dalla sensibilità dei giovani.

La domanda sorge spontanea è una devozione destinata a cadere in disuso?
La risposta ci viene fornita dai ragazzi delle Scuole ImmaginaChe che, uniti insieme elementari, medie e superiori, ci raccontano come i misteri del Rosario possano essere estremamente attuali e vicini alla quotidianità di ciascuno.
Il progetto, guidato dagli insegnanti, coadiuvati da Patti Garofalo e Paola Masi, è sorto in seguito a riflessioni e approfondimenti che hanno portato alla realizzazione dell’evento di sabato 4 maggio in Cattedrale a Reggio (si veda la locandina).

Continua a leggere tutto l’articolo di Carmela Santini su La Libertà dell’1 maggio

 

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