«Morte e violenza non avranno l’ultima parola»

A Pakistani Christian child looks on as adults light candles to pay tribute to Sri Lankan blasts victims in Karachi on April 21, 2019. - A series of eight devastating bomb blasts ripped through high-end hotels and churches holding Easter services in Sri Lanka on April 21, killing at least 207 people, including dozens of foreigners. (Photo by RIZWAN TABASSUM / AFP)

I leader delle Chiese cristiane e delle diverse fedi religiose hanno manifestato, nel giorno del lutto nazionale proclamato in Sri Lanka, solidarietà e profonda vicinanza con i cristiani del paese asiatico colpito dagli attacchi terroristici. Agli appelli e alle preghiere di Papa Francesco si sono uniti anche i Patriarchi di Costantinopoli e Mosca, l’arcivescovo di Canterbury, il Consiglio mondiale delle Chiese. Ma anche leader musulmani ed ebrei. Unanime lo sconcerto per il bilancio delle vittime e senza appello la condanna di simili atti di violenza commessi contro essere innocenti in preghiera in uno dei giorni più sacri del cristianesimo.

Il dolore dei «leader» cristiani
Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo condanna “fermamente qualsiasi attacco terroristico e atto di odio, violenza e fondamentalismo, indipendentemente dalla sua fonte, e invita tutti a cooperare per costruire la coesistenza pacifica e la collaborazione attraverso il dialogo e il rispetto reciproco”. Il Patriarca di Mosca Kirill ha inviato un messaggio di condoglianze al presidente della Repubblica dello Sri Lanka, Maithripala Sirisene. “Sono profondamente scioccato”, scrive. “I terroristi hanno scelto come bersaglio dei loro attacchi non solo edifici residenziali e pubblici, ma anche chiese cristiane in cui moltitudini di fedeli si sono riunite per le celebrazioni pasquali”. Sostegno al popolo dello Sri Lanka giunge anche dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby mentre il vescovo anglicano di Colombo, Rev Dhiloraj Canagasabey, membro del Comitato centrale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), chiede un’indagine approfondita su questi incidenti al governo dello Sri Lanka, per “garantire la sicurezza dei luoghi di culto”.

Continua a leggere tutto l’articolo di Maria Chiara Biagioni su La Libertà dell’1 maggio

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