Aria di Lourdes alla Via Crucis cittadina

“In cruce tua salus”. Sono tanti, quasi duemila, i reggiani che la sera del 19 aprile si riversano in corso Garibaldi, davanti al santuario della Ghiara, alla partenza della Via Crucis cittadina del Venerdì santo, nella giornata di solidarietà con le comunità cristiane di Gerusalemme e di Terra Santa. Tra i partecipanti sono numerosi i giovani, a smentire un certo luogo comune secondo cui la Tradizione della Chiesa avrebbe poco da comunicare loro nell’era digitale. Si comincia alle 21.15 con il canto “Chi ci separerà”, armonizzato dalla Cappella Musicale della Cattedrale che, con la guida di don Matteo Bondavalli, accompagna l’itinerario. La processione, dopo cinque anni di tracciato verso la chiesa del Cristo, torna a passare per la via Emilia, facendosi più sottile quando deve attraversare il cantiere di piazza Gioberti.

Il leit motiv delle cinque stazioni è il ritornello “Stabat Mater dolorósa / iuxta crucem lacrimósa, / dum pendébat Fílius” (“La Madre addolorata stava / in lacrime presso la Croce / su cui pendeva il Figlio”). I testi letti lungo il percorso dalle voci di Angelo Torelli, Lucia Ianett e Stefano Chiessi riportano all’atmosfera dei pellegrinaggi ai santuari mariani, Lourdes in modo speciale. Le meditazioni infatti sono state preparate dall’Unitalsi e dal Centro Volontari della Sofferenza, colonne della pastorale diocesana della salute. La Via Crucis si muove in un dopocena mite, sotto un cielo sereno e una vistosa luna piena che svetta sulla via Emilia. Quasi completo il silenzio, se si eccettua l’inevitabile incrocio, all’altezza di via Caggiati, con il popolo dei cocktail.

Continua a leggere l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 1 maggio



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