Ministerialità ecologica

Cosa lega Reggio Emilia-Guastalla e Alto Solimões

Ha scelto per motto episcopale “Date voi stessi da mangiare” perché – dice – “ci aiuta a essere soggetti, e non oggetti, nella vita”. Monsignor Adolfo Zon Pereira è il pastore di Alto Solimões, la Chiesa dell’Amazzonia dove in autunno opererà l’équipe missionaria diocesana, che già annovera per certi come sacerdoti fidei donum don Gabriele Burani, don Gabriele Carlotti e don Paolo Cugini. Incontriamo il vescovo durante i giorni che ha trascorso in Italia: ha peregrinato tra i luoghi significativi della nostra diocesi e varie case dei Saveriani, la sua congregazione, tra la fine di marzo e l’11 aprile, quando da Bologna ha preso il volo per Madrid e da qui, via Bogotá, è atterrato a Leticia, praticamente a casa. Come usa in Spagna, la terra d’origine – è nato in Galizia, a Ourense, il 23 gennaio 1956 – i cognomi che porta sono quelli del padre (Zon) e della madre (Pereira).

Eccellenza, com’è stato il suo cammino verso il sacerdozio?
A Ourense ho frequentato il seminario minore per sei anni e per altrettanti lo studio della teologia, grazie alla borsa di studio che mi aveva fatto avere il parroco della cattedrale. In seminario c’era una Academia missionaria e ascoltavamo spesso le testimonianze e i canti dei missionari di passaggio, poi durante l’estate noi studenti venivamo inviati a fare dei campeggi, come quello dei “giovani senza frontiere” a Silos. In queste circostanze ho conosciuto i Saveriani, e avrei voluto entrare subito nell’Istituto, ma ho atteso due anni per assecondare mia madre, che avrebbe preferito un prete che le stesse vicino, non inviato in missione.

Quando ha ceduto al carisma di san Francesco Saverio?
Sono entrato nei Saveriani quando mancava l’ultimo anno di teologia. Negli anni 1981-82 ho fatto il noviziato, poi il triennio della professione temporanea in Spagna. Nel frattempo, non avendo ancora svolto il servizio di leva, ho trascorso un anno in caserma, alle Canarie.
Finito il militare, nel 1985 il mio Istituto mi mandò nella comunità di Pamplona ad occuparmi di animazione missionaria e vocazionale. Nel 1986 ho emesso la professione perpetua, l’8 marzo, e ricevuto l’ordinazione presbiterale, il 21 giugno.

Leggi tutta l’intervista completa su La Libertà del 17 aprile

 

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