Rut, amicizia e vera gratuità

Una storia che allarga gli orizzonti dell’accoglienza

Dopo il terzo incontro quaresimale del Vescovo con i giovani in Cattedrale, che venerdì 5 aprile ha visto la catechesi di don Carlo Pagliari sulla figura di Rut, proponiamo questo articolo scritto per La Libertà da un seminarista in servizio a Scandiano.

Si è conclusa con venerdì 5 aprilela serie di incontri del Vescovo con i giovani. Dopo i grandi racconti di Ester e Giuditta, tema di quest’ultimo ritrovo era la storia di Rut. Ad animare, con salmi e letture, i giovani della Pieve di Scandiano, che successivamente in dialogo col Vescovo ci hanno aiutato ad approfondire ed attualizzare questa grande figura dell’Antico Testamento.
Nella presentazione del libro – presentato come una Cenerentola biblica – siamo stati guidati dalle preziose riflessioni di don Carlo Pagliari.

Nonostante la brevità che lo caratterizza, il racconto narra di un’amicizia tra due donne dal passato e dalla cultura differenti: Noemi e Rut. La prima proviene da Betlemme, in terra di Giuda, costretta da una grave carestia ad emigrare con il marito e i figli nelle terre di Moab, un popolo nemico, considerato ostile da Israele; la seconda è una moabita, nuora di Noemi: Rut.

La storia ha inizio nel momento in cui tutte e tre le donne restano vedove e senza un futuro certo. Noemi decide così di tornare in Giudea, congedando le due nuore. Orpa lascia la suocera in lacrime, continuando la propria vita nel suo paese, mentre Rut (lett. L’Amica) decide di accompagnare Noemi a Betlemme promettendole fedeltà ed amicizia: “Il tuo popolo sarà il mio popolo, il tuo Dio sarà il mio Dio. l’unica cosa che ci separerà sarà la morte”.

Leggi tutto l’articolo di Bernardo Marconi su La Libertà del 10 aprile



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