In dialogo Camisasca e monsignor Adolfo Zon Pereira
Si apre nel segno dell’acqua il convegno missionario diocesano di domenica 31 marzo, al Sacro Cuore. Traendo spunto dai Salmi e dai Profeti (Ezechiele 47,1-6), ne parla infatti la preghiera preparata da sorella Paola Torelli e da frate Antonello Ferretti, per indicare il fiume della parola di Dio che esce dal santuario per irrigare il mondo. All’oro blu è poi un visibile richiamo il Rio delle Amazzoni, che con il nome di Solimões attraversa tutto il territorio della Chiesa sorella in cui a ottobre la nostra Diocesi avvierà la nuova missione. Tanta acqua, anche se manca quella potabile, annota il vescovo ospite Adolfo Zon Pereira. E buona parte del pomeriggio, in fondo, è un’alluvione di dati, di nomi e di località con cui stiamo appena cominciando a familiarizzare e con i quali, a Dio piacendo, avremo a che fare per i prossimi decenni. (clicca qui per tutte le foto)
Molto dipenderà da noi, se questo nuovo inizio sarà fecondo o si arenerà, dice il vescovo Massimo Camisasca in apertura, dopo il saluto di don Pietro Adani, direttore del Centro Missionario Diocesano e moderatore dell’appuntamento. L’ultracinquantennale presenza in Bahia rimarrà attraverso il ministero di don Luigi Ferrari e la Casa della Carità di Ruy Barbosa, ma la scelta di aprire un altro scenario in Brasile è maturata negli ultimi anni, a partire da una riflessione dello stesso don Carlotti, all’epoca in cui passò a don Zanni la direzione del Centro Missionario. In quel frangente don Gabriele aveva messo per iscritto nelle mani del Vescovo l’impressione, condivisa da altri presbiteri, che l’esperienza di Ruy Barbosa avesse compiuto il suo itinerario. La bussola cominciò a puntare verso Nord Ovest, ricorda monsignor Camisasca, quando nel settembre 2017 ebbe modo di parlarne con Papa Francesco durante gli esercizi spirituali predicati a un gruppo di vescovi, alcuni provenienti proprio dalla regione amazzonica.
Il resto è storia nota, almeno per i nostri lettori: la successiva indizione, da parte del Pontefice, di un’assemblea speciale del Sinodo dedicata al polmone verde del pianeta per l’ottobre di quest’anno, la valutazione di quattro diocesi in stato di necessità nelle quali l’anno scorso la delegazione diocesana ha effettuato una visita esplorativa, e infine l’individuazione dell’Alto Solimões, dove don Gabriele Carlotti e don Paolo Cugini hanno già trascorso due mesi di formazione muovendosi tra Tabatinga – città di frontiera, confinante con Perù e Colombia, sede della Diocesi – e i sette municipi, comprendenti otto maxi-parrocchie: Atalaia do Norte, Benjamin Constant, la stessa Tabatinga e Belém in una prima zona; Tonantins, Santo Antônio do Içá, Amaturà e São Paulo de Olivença in un secondo “vicariato”, che a sua volta è in collaborazione con Santa Rita, zona pastorale di São Paulo, dove operano tre suore del Pime, di cui due italiane.
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