Madrid e il Museo del Prado

Ci sono luoghi in cui ci si sente a casa.
Un viaggio a Madrid deve tenere conto della straordinaria concentrazione di musei e gallerie che si trovano nella zona est della capitale spagnola, lungo il Paseo del Prado (“passeggiata nel prato”, così chiamata perché fino al 1500 si stendevano prati incolti) che successivamente gli è valsa la definizione di Paseo del Arte.
I tre principali musei madrileni, infatti, si trovano in questa area della città e abbracciano un arco temporale che spazia dal Medioevo all’arte moderna e contemporanea.
Per questo è necessario programmare scientificamente le giornate di visita, se non si vogliono trascurare le collezioni del Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, un’esposizione permanente che in una cinquantina di sale raccoglie oltre mille opere comprese tra il Trecento e il Novecento, o il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, così chiamato in omaggio alla Regina Sofia, un vero e proprio tempio per gli amanti dell’arte moderna e contemporanea, suddiviso in tre sezioni, in un periodo compreso tra il 1900 e il 1980, dove si trova il famoso Guernica di Pablo Picasso.

Almeno una giornata intera va poi dedicata al Museo del Prado, di cui quest’anno ricorre il bicentenario.
Con i suoi ottomila dipinti, più di duecento sculture classiche oltre a disegni, stampe, fotografie e mobili d’epoca, raccolti in un centinaio di sale, rappresenta una ricchezza artistica difficile da descrivere, se non con l’importanza dei nomi degli artisti protagonisti, il cui respiro si avverte ancora oggi nella bellezza perpetua della loro arte.
Il Prado raccoglie la storia dell’arte europea degli ultimi cinque secoli ed è considerato, a ragione, una delle pinacoteche più importanti al mondo: Goya, De Ribera, El Greco, Murillo, Velázquez sono i principali artisti spagnoli a cui il museo dedica involontariamente singole mostre monografiche in sale colme di valore storico per numero e importanza di opere.
E poi le atmosfere ricche di dettagli dei dipinti olandesi e fiamminghi come Rembrandt, Bruegel, Rubens, Van Dyck o il realismo dei dettagli della pittura tedesca di Dürer.

Continua a leggere l’articolo nella rubrica “Mirabilia” a cura di Valeria Braglia su La Libertà del 20 marzo

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