Marco Scarmagnani è autore di un libro sul litigio
“L’amore è azione, non pensiero o sentimento. Il sentimento fa parte dell’amore, ma non lo esaurisce. Il problema di tante coppie di oggi, invece, è confondere l’amore con l’innamoramento. Così, quando l’innamoramento finisce – ed è fisiologico sia così – pensano che sia finita la relazione. Invece siamo davanti ad uno scatto: inizia il cammino verso l’amore adulto”. Marco Scarmagnani ogni giorno nel suo lavoro di consulente familiare e psicologo incontra coppie che stanno vivendo un momento di crisi. Ma anche coppie che desiderano lavorare sul proprio rapporto, per non lasciarsi abbattere dalle fatiche quotidiane e dalle inevitabili differenze di vedute che si sperimentano nella vita in famiglia. Non è un caso che, dopo “Per sempre” e “Maschile&femminile”, l’ultimo libro di Scarmagnani si intitoli “Tre regole per litigare ed altri consigli per coppie felici”, appena pubblicato con l’editrice Sempre.
Sempre più spesso libri e incontri trattano di conflitti in coppia e in famiglia. Come mai?
Litigare è inevitabile. Solo se c’è uno sbilanciamento – uno che comanda e uno che obbedisce – non c’è conflitto. Ma in un sistema paritario, benché composto da due elementi differenti, com’è la coppia, è evidente che non si può essere sempre d’accordo.
L’idea com’è nata?
Tutto il giorno tratto di conflitto di coppia. Un giorno ero in macchina e ho iniziato a pensare a un decalogo. Ma siccome c’è Qualcuno che lo ha già fatto (ride) mi sono fermato a tre: non vincete; definite un ring; tagliate corto.
Quali sono i motivi di conflitto più frequenti nelle coppie che incontri?
Li sintetizzo con le 3 S: sesso, soldi e suoceri. La sessualità è una linea molto delicata in cui è facile fraintendersi, iper-investire, quindi avere aspettative alte e restare delusi. Il denaro riguarda la gestione quotidiana: c’è sempre chi è più attento a certe spese e chi tende a non guardare il centesimo.
E i suoceri?
Le famiglie di origine sono sempre presenti, fisicamente o psicologicamente, nella coppia. Il dare per scontato che gli atteggiamenti che portiamo nel rapporto dalle nostre famiglie di origine siano gli stessi genera molto conflitto. Spesso si scivola anzi in un “conflitto di realtà”: la famiglia ha una chiara struttura gerarchica, che vede la coppia in primo piano e le altre sullo sfondo; invece capita che si arrivi al “o me o loro”, “o ascolti tua madre o ascolti me”. La Bibbia dà indicazioni chiare: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola”. Ma dice pure: “Onora tuo padre e tua madre”, ovvero questa separazione deve avvenire con rispetto.
Leggi tutto l’articolo di Barbara Sartori su La Libertà