Figlie di Gesù: il bicentenario

Sabato alle 16 in Duomo la Messa presieduta dal Vescovo dopo il corteo dalla scuola di alunni e familiari. Incontriamo suor Ersilia e suor Sergia

Da due secoli le Figlie di Gesù vivono a Reggio, per dedicarsi all’arte di educare e così rendere più armoniosa la vita delle nuove generazioni. Lo fanno con discrezione, fedeli al mandato ricevuto dal fondatore, il venerabile don Pietro Leonardi (1769-1844), che in tempi di dominazione austriaca fondò l’Istituto a Verona con lo scopo di assistere e formare cristianamente le ragazze povere della città, e che raccomandava alle sorelle: “Operate, ma l’occhio a Dio”.

Bicentenario al via

Con questo spirito di gioia e di rinnovata gratitudine, nel pomeriggio di sabato 16 febbraio si aprirà il bicentenario: e sarà certamente una festa di colori, quando intorno alle 15 dalla sede reggiana dell’Istituto, in piazza Ugolini 1 (via Emilia Santo Stefano), prenderà le mosse il corteo formato dai 70 bambini della scuola per l’infanzia e dai 140 studenti della primaria, in divisa azzurra e fazzoletto bianco con il logo del Nome di Gesù al collo, accompagnati dalle famiglie, dalle suore e dal personale laico, tutti insieme per raggiungere la Cattedrale. Qui alle 16 il vescovo Massimo presiederà la Messa. È il primo di una serie di appuntamenti che mi vengono illustrati dalle affabili suor Ersilia Robolini – originaria di Brescia, arrivata nel 2014 come superiora della casa reggiana dalla residenza di Massa – e suor Sergia Bennati, proveniente da Verona, dove sorge la Casa madre della Congregazione, ma già “reggiana” da vent’anni.

L’infinito di… Leonardi

Protagonista indiscusso benché non visibile del bicentenario è il Servo di Dio don Pietro Leonardi. “Amare, patire e operare” è la sintesi della sua vita. Due aspetti sono caratteristici della sua spiritualità, ci tengono a sottolineare suor Ersilia e suor Sergia: un progresso spirituale costante nelle vie di Dio, fino ai vertici della santità; e una sintesi mirabile tra contemplazione e missione apostolica.
In particolare, la figura del venerabile Leonardi si caratterizza come quella di un apostolo pronto a farsi tutto per tutti, infaticabile nel rispondere – con iniziative sempre nuove e ardite – alle necessità spirituali e materiali dei fratelli. Da un lato seppe suscitare generose collaborazioni e dall’altro dimostrò sempre un ammirevole distacco dalle sue opere. Papa Francesco direbbe che pensò soprattutto ad avviare processi. Tutto per la gloria del Nome Santissimo di Gesù, al quale don Leonardi ha consacrato anche la Congregazione delle Figlie di Gesù.

Leggi tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 13 febbraio

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