L’oratorio di Melano

A Paderna, dedicato alla Beata Vergine del Rosario

Per quanto riguarda la mia ricerca sugli oratori vezzanesi (quelli esistenti sono una decina) questa volta la mia attenzione si ferma su quello di Melano (Paderna, Vezzano sul Crostolo) della famiglia Canossini. Il termine oratorio è considerato nella sua accezione antica di edificio cristiano, generalmente di piccole dimensioni e strutturato per accogliere un numero esiguo di fedeli, preposto all’orazione della comunità religiosa o al culto privato di singole famiglie, agiate o nobiliari. Ai fini della ricerca ho ritenuto fondamentale consultare i resoconti delle visite pastorali, avvenute dalla fine del Quattrocento fino al Novecento, utili a ricostruire le vicende storiche degli oratori.
Ho consultato anche l’archivio parrocchiale di Paderna, che conserva i registri dei nati, dei matrimoni e dei defunti.

Questo oratorio è un bell’esempio di edificio sacro ed è ubicato nel piccolo borgo disposto sulle pendici alla destra del torrente Campola; è attraversato dalla vecchia mulattiera selciata diretta a Pecorile. Gode di un panorama mozzafiato, dove di fronte spicca il castello di Canossa. Gli edifici del borgo conservano gran parte dei caratteri tipologici originari, con volumi ad impianto compatto e strutture in pietra.
Si può notare, su un fabbricato, la traccia di un loggiato a tre luci architravate, tamponate, attribuibile al XVII secolo, mentre l’oratorio è stato edificato nella metà dell’Ottocento e precisamente nel 1845 1.

Al riguardo nelle mie ricerche curiali ho trovato due pergamene datate 16 agosto 1845. Una è il documento del rogito del terreno su cui è stato edificato l’edificio sacro, redatto da Domenico Ghiacci notaio in Reggio Emilia che riporta: “nel nome di Dio, correndo l’anno di nostra salute 1845 ora III antimeridiana del 16 mese di agosto regnando S.E. Francesco IV arciduca di Modena, Reggio Emilia e Mirandola, Principe Reale di Ungheria e Boemia, alla presenza dei signori Michele, Giovanni e Bartolomeo fratelli Canossini di Paderna avendo la di loro abitazione a distanza di un miglio e mezzo dalla chiesa parrocchiale e di non essere comodi a portarsi in chiesa specialmente nella stagione invernale, chiedono, di poter costruire nella vicinanza della casa un oratorio pubblico per poter far ciò effettuare la santa Messa. 

Leggi tutto l’articolo di Domenico Amidati su La Libertà del 6 febbraio

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