Lettera ai presbiteri, diaconi e fedeli della diocesi sulla Liturgia

Il Vescovo, che dedicherà al tema della Liturgia la sua terza Lettera Pastorale, raccomanda la fedeltà nella celebrazione

Cari fratelli,
la Sacra Liturgia è uno dei beni più grandi che Cristo ha lasciato alla Chiesa. Anzi, essa può essere considerata a ragione il dono per eccellenza fatto dal Signore al suo Popolo, chiamato a vivere nel tempo il passaggio al Padre.
Queste espressioni non sono iperboliche o enfatiche, ma ci introducono a una giusta considerazione dell’evento liturgico. Proviamo a riflettere su di esso con lo stesso sguardo che hanno avuto i Padri del Concilio Vaticano II. Essi hanno dedicato proprio alla Liturgia l’inizio dei loro lavori e hanno approvato per prima la Costituzione Sacrosanctum Concilium, dedicata appunto al nostro tema.

Nelle pagine iniziali di questo importante documento troviamo scritto: “La Liturgia, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell’eucaristia, si attua l’opera della nostra redenzione, contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa” (n. 2).
Poco più avanti, i Padri conciliari scrivono: “Come il Cristo fu inviato dal Padre, così anch’egli ha inviato gli apostoli, ripieni di Spirito Santo. Essi, predicando il Vangelo a tutti gli uomini, non dovevano limitarsi ad annunciare che il Figlio di Dio con la sua morte e risurrezione ci ha liberati dal potere di Satana e dalla morte e ci ha trasferiti nel regno del Padre, bensì dovevano anche attuare l’opera di salvezza che annunziavano, mediante il sacrificio e i sacramenti attorno ai quali gravita tutta la vita liturgica” (n. 6).

E ancora: “Per realizzare un’opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, essendo egli stesso che, offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti, sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti” (n. 7).

La Liturgia è la nostra partecipazione al dialogo eterno che avviene tra il Padre e il Figlio, nello Spirito.
Essa è innanzitutto preghiera di Cristo al Padre, a cui tutti gli uomini nella Chiesa sono chiamati a unirsi, anzi a cui partecipa, in certo modo, tutto l’universo creato.

La Liturgia, lode del Figlio al Padre, ci permette di rivivere, attraverso il distendersi dell’anno liturgico, così come in ogni suo atto, tutta la vita di Cristo, dall’Annunciazione a Maria all’Ascensione al Cielo. In questo modo ogni singolo fedele e la Chiesa intera vivono il compiersi dell’Antico Patto, che diventa così pienamente comprensibile e nello stesso tempo indispensabile pedagogia alla vita e alla persona di Gesù.
Il Primo Testamento e il Nuovo Testamento sono infatti interiormente uniti nell’unica Bibbia (cf. PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana, 24 maggio 2001, n. 1).

Ho pensato che fosse utile, anzi necessario, ritornare su questi temi, sia per la nostra Chiesa diocesana, sia in particolare per i presbiteri, chiamati in ragione dell’Ordine Sacro a presiedere la Sacra Liturgia. Vi annuncio con questa mia lettera che sto lavorando alla stesura di una Lettera Pastorale, la terza del mio episcopato, sul tema della Liturgia. Conto di rendere pubblico il testo alla fine del 2019 o all’inizio del nuovo anno. La Liturgia, ben celebrata e vissuta, è il cuore di ogni comunità e di ogni missione, soprattutto è il cuore della carità. Non possiamo amare se il nostro cuore non è rinnovato ogni giorno dall’amore che è Dio.
Giungiamo così all’altro scopo di questa mia breve lettera.
Oltre all’annuncio della mia prossima Lettera Pastorale, voglio infatti rivolgere un invito autorevole ai presbiteri della nostra Chiesa affinché, qualora ce ne fosse il bisogno, rileggano e meditino in profondità i principali testi del Magistero su questa materia, da Sacrosanctum Concilium alle “Introduzioni e Rubriche” dei libri liturgici, e considerino così quanto sia fondamentale, per la vita del loro popolo e in obbedienza alla volontà di Cristo che giunge a noi attraverso il Magistero della Chiesa, che la celebrazione della Liturgia non si discosti mai, per nessun motivo, da ciò che Cristo ci ha chiesto nel giorno della nostra ordinazione.

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