Il patriarca Sako invoca la rinascita di Mosul

A Mosul le case dei cristiani sono diventate discariche

La metropoli irachena di Mosul, sottratta all’occupazione dei miliziani dello Stato Islamico nel 2017, fa fatica a tornare alla situazione precedente all’occupazione jihadista, e le difficoltà colpiscono in maniera particolare la componente cristiana. L’auspicato ritorno dei cristiani che avevano abbandonato la città negli anni del predominio jihadista continua a ritmi tutt’altro che intensi; lo scrive l’agenzia “Fides News”. E negli ultimi giorni, media iracheni hanno documentato il degrado di un’area urbana, un tempo abitata da cristiani, in un vero e proprio ammasso di macerie trasformato in discarica. In tale contesto, il Patriarca di Babilonia dei Caldei Louis Raphael Sako si è recato a Mosul per partecipare alla presa di possesso del domenicano Najb Mikhael Moussa come nuovo Arcivescovo caldeo dell’arcidiocesi.

Il Patriarca iracheno ha legami con la nostra diocesi; infatti a Sua Beatitudine Louis Raphael Sako vennero consegnate le offerte raccolte nella colletta straordinaria indetta in diocesi dal vescovo Massimo Camisasca e presentate in Ghiara durante la celebrazione eucaristica che aprì l’anno pastorale 2014-2015. Vescovo ausiliare della Metropolia Patriarcale di Babilonia dei Caldei è mons. Saad Sirop, che ha profondi rapporti con la parrocchia cittadina di San Pellegrino: alla sua consacrazione episcopale fu presente il parroco don Giuseppe Dossetti. In occasione della sua recente visita a Mosul il patriarca Sako ha voluto incoraggiare e invocare la “rinascita” della città, mettendo anche il suo nuovo pastore “nelle mani della comunità cristiana e musulmana” locali. La fecondità del lavoro compiuto da un Vescovo – ha detto venerdì 25 gennaio il Patriarca caldeo nel suo intervento durante la cerimonia di insediamento del nuovo Arcivescovo – dipende dall’unità della sua diocesi, poiché il pastore è al servizio di tutti, piuttosto che per una persona o per l’altra”.

Il Patriarca ha sottolineato che i comportamenti discriminanti, la faziosità e i favoritismi, “distruggono la comunità”. Il Primate della Chiesa caldea, consapevole “delle difficoltà della diocesi devastata di Mosul, e nello stesso tempo, rivolto ai presenti si è detto fiducioso che “sarete in grado di approfondire la gioia della liberazione, e far crescere la speranza di ritornare e costruire fiducia e convivenza tra le diverse componenti della società”. “Mosul è unica per la sua società multiculturale e diversificata. Allo stesso modo, la Chiesa e i cristiani, a Mosul in particolare, hanno contribuito alla storia di questa città a livello nazionale, culturale e professionale”.Anche per questo il Patriarca Sako, creato Cardinale da Papa Francesco, ha concluso il suo intervento con la preghiera che “Dio benedica Mosul con una “nuova nascita”. 



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