Economia reggiana: nel 2018 una crescita in rallentamento

Pil a +0,9% rispetto al +1,2% delle previsioni e al +1% del 2017. Meglio l’occupazione (+1,6%) e il reddito delle famiglie (+3,1%).

E’ più basso del previsto, ma comunque in crescita, il saldo dell’economia reggiana per il 2018. Le stime macroeconomiche per la nostra provincia aggiornate a gennaio 2019, infatti, mostrano un rallentamento della crescita del Pil che avrebbe dovuto attestarsi, per l’anno appena trascorso, al +1,2%, mentre le ultime elaborazioni lo collocano a +0,9%, valore leggermente al di sotto del saldo 2017, quando la crescita era stata dell’1%.

I primi segnali riguardanti una crescita meno vivace del previsto erano già emersi dagli andamenti congiunturali registrati nel terzo trimestre 2018, con una frenata sia della produzione manifatturiera, cresciuta solo dello 0,3% dopo il +2,4% del trimestre precedente, che del fatturato, aumentato anche in questo caso dello 0,3% dopo il +2% del periodo aprile-giugno 2018.

Dalle prime analisi effettuate dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sugli “Scenari per le economie locali” elaborati da Prometeia, le cose non dovrebbero andare meglio nell’anno in corso.

Le previsioni, infatti, parlano di crescita, ma nei valori appaiono allineate, sostanzialmente, con quelle espresse da Bankitalia e dal Fondo Monetario Internazionale.

Per il 2019, infatti, il Pil provinciale dovrebbe rallentare ancora e registrare una crescita che si dovrebbe fermare allo 0,5%, per poi rafforzarsi lievemente nel 2020 con un +0,9%.

Per quanto riguarda i diversi settori di attività economica, sono state riviste al ribasso le variazioni del valore aggiunto rilevate nel 2018 dall’industria (dal +1,5% delle elaborazioni di ottobre all’attuale +0,7%) e dai servizi (da +1% a +0,8%), mentre per l’agricoltura e le costruzioni le stime indicano risultati migliori, con una crescita del 3,8% del settore primario e del 2,9% dell’edilizia-infrastrutture.

Per il 2019, il complessivo rallentamento della crescita (segnalato dal passaggio del Pil da +0,9% a +0,5%) riguarderà un po’ tutti i settori produttivi: il manifatturiero dovrebbe registrare una crescita non superiore allo 0,3%; per l’edilizia l’aumento previsto è dell’1,8% (oltre un punto percentuale al di sotto di quello del 2018), mentre l’incremento del valore aggiunto dell’agricoltura dovrebbe attestarsi al +1,2% e per i servizi non si dovrebbe andare oltre il +0,5%.

Nonostante la decelerazione della crescita (avvenuta nella seconda parte dell’anno), nel 2018 il reddito disponibile delle famiglie è stimato in crescita del 3,1%, valore maggiore di mezzo punto percentuale rispetto a quanto ipotizzato con l’elaborazione di ottobre. Per il 2019 la crescita dovrebbe però rallentare attestandosi al +2,6% e frenare ulteriormente nel 2020 registrando un aumento del 2,3%.

Anche per l’occupazione il preconsuntivo segnala un andamento migliore rispetto alle previsioni, indicando un incremento dell’1,6% (era +1,2% nelle stime precedenti), mentre nel 2019 è prevista sì una crescita, ma dimezzata (+0,7%) rispetto al 2018.

Relativamente al tasso di disoccupazione, le stime di chiusura 2018 parlano di una discesa al 4,2%, con una ulteriore previsione di flessione al 4% per l’anno in corso.

Anche la dinamica delle esportazioni provinciali, infine, ha subito un deciso rallentamento nel 2018 (l’aumento stimato è pari allo 0,6% rispetto a previsioni che, in ottobre, parlavano di un +3,3%), ma una tendenza decisamente più positiva è prevista per il 2019, con un aumento del 3% delle vendite oltre frontiera del “made in Reggio Emilia”.

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