Anche nella comunità di Rometta (unità pastorale Madonna del Carmelo in Sassuolo), vige da anni la consuetudine di lasciare esposto il presepe (in chiesa) fino alla domenica del Battesimo di Gesù. L’ho, dunque, ritrovato, dopo l’Epifania, al ritorno da un breve soggiorno tra i monti del Trentino, e rivisitato in queste giornate gelide, ma ancora profumate di festa, di nenie natalizie e di atmosfere intime.
Circa la genesi e la realizzazione del progetto interpello Francesco, educatore della parrocchia, giovanottone universitario, che ne è stato l’anima e che ha trovato due validi collaboratori negli amici Michele e Federico. “Il primo approccio con l’idea del presepe – dice Francesco – è stato: «Quest’anno non facciamo il solito ‘classico’ presepe : pensiamo a qualcosa di più innovativo e interattivo…»”.
Poi… I have a dream! (Ho un sogno). Il generico progetto iniziale si è trasformato in un sogno preciso: “Ho pensato che sarebbe stato bello se le persone fossero riuscite, visitando il presepe, ad ‘entrarci’ e a ‘sentirsi parte di esso’. Ciò che avevo in mente era che, chiunque lo guardasse, si sentisse partecipe della nascita di Gesù per essere, poi, testimone di questa venuta nella vita di tutti i giorni”. Nel frattempo la provvidenza ha disposto che Francesco incontrasse su internet una bella e composita richiesta ai Pastori , di un certo don Giovanni Berti
Continua a leggere tutto l’articolo di Pellegrina Pinelli su La Libertà del 23 gennaio