Guareschi contro tutti

Spazio Gerra ha accolto la bella mostra, e proposto attività varie, per più di un mese e gli stessi organizzatori si sono detti piacevolmente meravigliati del notevole afflusso di visitatori e dell’interesse manifestato dai reggiani. Giovannino Guareschi è uno di noi, io mi sarei stupita del contrario a dire il vero.
Vedendo la locandina mi sono fatta d’istinto una domanda. Giovanni Guareschi avrebbe approvato il titolo – Guareschi contro tutti – dato alla mostra? È davvero ciò che mi sono chiesta subito. Non ho mai percepito Giovannino contro nessuno, ma solo a favore: sarà una mia recezione. Pur essendo sicuramente un simpatico e serio ribelle, è sempre stato dalla parte dell’uomo, dell’umano e per questo lo definirei a servizio, e quindi a favore dei suoi simili.
La storia la si può leggere tranquillamente oggi, e non è finita.

Guareschi è ancora da scoprire, e riscoprire, io lo definisco “immenso”. Chi inizia a conoscere Giovannino non smette più di cercarlo, di leggerlo, di ascoltare le testimonianze dei suoi figli Alberto e della compianta Carlotta, di riflettere e di sorridere, ma soprattutto di diventare passo dopo passo, più libero, più dignitoso, più umanamente completo.
Tutt’al più si può dire che Guareschi fosse contro la cultura degli intellettuali che si dimenticavano di vivere, ma non contro la cultura feconda, quella che fa tornare la voglia di vivere.
Stiamo parlando di un uomo che è stato anche in lager e che da quel posto misero, sporco e ingiusto riesce a scrivere: Io non mi considero prigioniero, mi considero combattente. Sono un combattente senza armi, e senza armi combatto. Io servo la patria facendo la guardia alla mia dignità di italiano.

Continua a leggere tutto l’articolo di Fabiana Guerra su La Libertà del 16 gennaio

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