Incontro con Carla Benelli dell’associazione «Pro Terra Sancta»
Nell’ambito delle iniziative della mostra “La gioia di Gesù Bambino – Presepi in Battistero”, allestita a fianco della nostra Cattedrale, inaugurata il 24 novembre scorso dal Vescovo e aperta fino al 6 gennaio (si veda a la pagina a fianco), è stata organizzata, il 29 novembre nei locali del palazzo vescovile, una serata con l’archeologa e storica dell’arte Carla Benelli, allo scopo di raccontare quanto sia complesso il lavoro degli studiosi per riportare alla luce e conservare per le generazioni future frammenti di storia antica che altrimenti correrebbero il rischio di andare perduti per sempre, soprattutto in quella fetta di terra del Medio Oriente che si chiama Palestina.
La dottoressa Benelli è stata a lungo assistente a Gerusalemme del francescano professor Michele Piccirillo, il famoso archeologo a cui si devono, fra l’altro, importanti scoperte sul monte Nebo in Giordania, tra cui l’aver riportato alla luce splendidi mosaici di epoca bizantina a Umm al-Rasas, sempre in Giordania. È stata al suo fianco anche nella costituzione dell’ATS-pro Terra Sancta, un’associazione no profit che realizza progetti di conservazione dei luoghi santi, ma anche progetti di sostegno alle comunità locali e di aiuto alle emergenze umanitarie nei territori dove risiedono i frati francescani della Custodia di Terra Santa.
La serata, intitolata “La Cultura – strumento di confronto e sviluppo. Esperienze di dialogo in Terra Santa” e presentata da Graziano Ferrari, tendeva a sottolineare in modo particolare l’importanza di far comprendere alle popolazioni locali quanto sia fondamentale, per la vita presente, scoprire e conservare le vestigia del passato. Arricchito da numerose diapositive, per i tanti presenti, è iniziato quindi un viaggio, che ha raccontato i tanti anni di lavori dell’archeologa romana nei siti più importanti di quella regione.
Da Gerusalemme alla vicina Betania, luogo della risurrezione di Lazzaro, il fratello di Marta e Maria, fino a Gerico, la città che con i suoi 10.000 anni di storia sembra essere la più antica del mondo, per arrivare a Sebastia, un piccolo villaggio di palestinesi a circa 12 chilometri dalla città di Nablus. Al centro della Cisgiordania, il territorio che, dopo la Guerra dei sei giorni del 1967, non ha mai trovato, fra i muri israeliani di oggi e la guerriglia palestinese, un po’ di pace vera e duratura.
Continua a leggere l’articolo di Giuseppe Maria Codazzi su La Libertà del 12 dicembre