Sentimenti profondi ricordando Borrmans

Al termine del secondo anno di collaborazione con il nostro giornale diocesano, va il mio più profondo ringraziamento alla Direzione ed all’intero staff de La Libertà per l’ospitalità ricevuta nella pubblicazione, per la fiducia e collaborazione. Credo che la Direzione abbia recepito e condiviso, fin dall’inizio, il mio umile impegno morale di avvicinare il nostro popolo cristiano e la nostra classe sacerdotale alla conoscenza della religione islamica, ai fini di quel “dialogo informato” che la Chiesa Cattolica auspica fin dal Concilio Vaticano II, e che stenta a diffondersi nel popolo. I 12 articoli, volutamente semplici, pubblicati nel 2017, possono rappresentare la scuola elementare, quelli di approfondimento del 2018 le superiori, quelli del 2019 l’Università, in quanto tratteranno il confronto fra la teologia islamica e quella cristiana, a chiusura del ciclo. Gli articoli pubblicati nel 2017 sono raccolti in un testo, reperibile presso la sede de La Libertà. Ringrazio inoltre i tanti lettori ed abbonati che hanno dato un favorevole e positivo riscontro di persona, telefonico o per iscritto, come pure i nostri missionari all’estero, da altre Diocesi, con le quali sto iniziando a collaborare con i miei scritti.

Il 26 dicembre ricorre il primo anniversario del passaggio al Cielo di uno dei miei amici e maestri: il padre professor Maurice Borrmans, cofondatore del PISAI di Roma, dove insegnò per oltre 45 anni. Conobbi questo apostolo del dialogo cristiano-musulmano attraverso un altro maestro ed amico, il professor Alberto Paratore. Essi collaboravano per la stessa missione, che è anche la mia: far conoscere ai cristiani l’Islam ai fini di quel “dialogo” che crea ponti, demolisce muri di diffidenza, preconcetti e timore nel popolo e nella classe sacerdotale, nonostante il Concilio Vaticano II. Questo articolo vuole essere un omaggio postumo a colui dal quale ho ricevuto stima, insegnamento, amicizia e tante documentazioni, alcune non ancora pubblicate.

Egli nacque a Lilla nel 1925. Fu sacerdote dei Missionari d’Africa, ordinato a Tunisi nel 1949. Compì i suoi studi in Teologia e Civiltà Araba all’Università di Algeri, ottenendo poi il Dottorato di ricerca alla Sorbona, il 9 marzo 1971, presentando ben due tesi: la principale, Statut personnel et famille au Magreb de 1940 à nos jours, ed una complementare, Documents sur la famille au Magreb de 1940 à nos jours. Insegnò in Algeria, Tunisia ed in altri paesi del Medio Oriente. Presso il PISAI (Pontificio Istituto di Studi Arabo-Islamici) in Roma si preparano i missionari che andranno ad operare nei paesi musulmani. Nel 1975 fondò la rivista Islamo-Christiana, dedicata al dialogo, edita in tre lingue: Francese, Inglese ed Arabo. Intrattenne una profonda amicizia con il suo allievo trappista Christian De Chergé che poi divenne priore al monastero di Tibhirine in Algeria dove fu assassinato assieme a 6 confratelli dagli integralisti del GIA.

Continua a leggere l’articolo di Alfredo su La Libertà del 12 dicembre

 

 

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