Battistero: inaugurata la mostra «La gioia di Gesù Bambino»
Accogliente. Il “grembo” del Battistero lo è di suo, incantevole contenitore dell’affascinante contenuto in mostra. Ma l’esposizione dei presepi in Battistero è accogliente anche nelle persone delle guide che salutano il visitatore e possono, se lo desidera, accompagnarlo lungo l’itinerario preparato e spiegargli il contesto da cui provengono le opere che ammira, quasi sempre terre “sante” e sofferenti.
Così come è accogliente la musica in sottofondo, la penombra che riposa lo sguardo invece di stordirlo a colpi di neon, lo stesso clima prenatalizio in cui siamo immersi, se vissuto nello spirito della fede cristiana, con la lampada dell’Avvento accesa.
“La gioia di Gesù Bambino” d’altronde non si può raccontare, va provata.
Come invito a visitare la mostra promossa dalla Diocesi e dall’associazione culturale “Presenza”, oltre a pubblicare alcune immagini scattate durante la conferenza stampa e la successiva inaugurazione, ne illuminiamo un angolo nascosto, che rivela un gesto grandioso e forse un po’ dimenticato.
Sullo sfondo di una Natività intagliata magistralmente in legno d’ulivo, come in un cortile tra le case di Betlemme, è stato rappresentato l’incontro, avvenuto a Damietta nel 1219, tra san Francesco d’Assisi e il Sultano d’Egitto Al-Malik al-Kamil. Molti ritennero fallimentare quell’episodio, ché non si verificarono conversioni eclatanti, eppure i due dialogarono pacificamente mentre era in pieno svolgimento la quinta crociata, con il suo bagno di sangue. E i francescani che da otto secoli custodiscono la Terra Santa – come ha fatto rilevare Graziano Ferrari, presidente di “Presenza” – ci additano una via mite per pensare il rapporto tra le religioni.
Continua a leggere l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 5 dicembre