Diaconato, servire è regnare

Da La Libertà del 28 novembre

Don Gigi Milani fa riflettere sul diaconato

Domenica 2 dicembre, in tutte le chiese dell’unità pastorale “Sant’Oscar Romero”, Mancasale, San Prospero Strinati, San Giovanni Bosco e Villa Sesso, nel contesto della celebrazione eucaristica, i fedeli potranno indicare i nomi di persone che possano intraprendere il cammino del diaconato. Proponiamo la riflessione sul tema scritta da don Gigi Milani.

Amare è servire. Il più alto gesto di amore di Gesù è stato il suo morire in croce. Sulla croce Gesù amando è stato più forte dell’odio che lo aveva inchiodato, per cui se crediamo in Lui e lo amiamo siamo salvi. Grazie alla fede, nel Battesimo siamo diventati Figli di Dio e con Gesù siamo diventati Sacerdoti, Re e Profeti. Questa bella dignità che ci è stata donata nel Battesimo è destinata a crescere così come l’evangelista Luca dice di Gesù. (Lc. 2,52). Noi oggi siamo la Chiesa, la presenza fisica e misteriosa di Gesù risorto nella storia. Tutti noi siamo Gesù Sacerdote, Re e Profeta qui in questo tempo e in questo luogo. Questa realtà la Chiesa la definisce con il termine di sacerdozio comune. È un mistero, perché si tratta di una realtà spirituale. La Chiesa poi vive questo mistero con il ministero ordinato che si esprime nei tre gradi dell’Ordine Sacro: Episcopato, Presbiterato, Diaconato. Dunque noi siamo Chiesa, Popolo di Dio qui oggi nella storia.

Facendo un passo nella fede anche noi dell’unità pastorale “Sant’Oscar Romero”, porzione della Chiesa di Reggio Emilia–Guastalla, ci siamo chiesti se il Signore vorrà donarci dei Diaconi. Abbiamo così intrapreso il cammino che ci propone la nostra Diocesi. Essere Diaconi è una chiamata del Signore che si manifesta nella Chiesa e nelle forme che la Chiesa riconosce. Primo passo in questa direzione: ci viene chiesto di discernere ed esprimere con l’indicazione dei nomi di coloro che nella fede pensiamo possano essere idonei a questo ministero. Ci sono stati di aiuto in questo alcuni diaconi che abbiamo invitato a parlarci del ‘loro’ sacramento. La domenica 2 dicembre, nel contesto della celebrazione eucaristica, se vorremo scriveremo questi nomi. Ricordiamo che non ci può essere discernimento senza preghiera sia personale che comunitaria. Non sarà una elezione. Sarebbe grave presunzione se pensassimo di essere noi a decidere chi deve fare il diacono. Chi può conoscere i pensieri e le intenzioni di Dio? È Dio che chiama!

I nomi che usciranno dalle nostre consultazioni quindi non sono il risultato di una decisione nostra umana, ma una piccola e umile partecipazione che passerà attraverso il discernimento dei Sacerdoti. Poi la proposta sarà presentata a ciascuno degli indicati perché ciascuno possa liberamente e coscientemente decidere, come in coscienza si risponde a Dio. Alla fine i nomi saranno sottoposti al Vescovo il quale avvierà i candidati al cammino di formazione. Al termine del cammino formativo, l’Ordinazione attraverso l’imposizione delle mani da parte del Vescovo compirà la chiamata. A quel punto potremo dire che in mezzo a noi ci sono fratelli che esercitano il diaconato secondo il disegno di Dio. Avremo in modo visibile la Chiesa che si esprime attraverso il Vescovo che ha il compito di insegnare, guidare e santificare. I sacerdoti che a nome e in comunione con il Vescovo presiedono l’Eucaristia, amministrano i sacramenti e guidano il Popolo di Dio nel cammino della Carità. I Diaconi con il compito specifico di servire la Liturgia, annunciare la Parola di Dio e presiedere nella Carità.

Gigi Milani



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