Memento: vivi oltre la morte

Sono da poco trascorsi giorni densi di significato per i cristiani, quelli che ci hanno permesso di festeggiare i Santi e commemorare i defunti.
Già qui ci si dovrebbe interrogare su quanto effettivamente i cristiani hanno ricordato e perciò vissuto degnamente tali ricorrenze (come d’altronde le altre nel corso dell’anno).
Sì, perché ormai queste feste vengono interpretate come vacanza, come occasione per partire verso altri luoghi (spesso lontane località esotiche).

Qui so di toccare un tasto dolente, perché quando esprimo questo pensiero mi sento rispondere, e cito: “Uno ha poi diritto di riposarsi!”. Al che io rispondo, e cito: “Pensare che a me basta il letto di casa mia!”.
Ora, ciò che mi preme non è ovviamente avviare una polemica con la folla gaudente dei vacanzieri tout court, anche perché mi pare condivisibile ritagliarsi momenti ricreativi, cum grano salis, però.
Mi interessa invece ribadire la bellezza racchiusa nelle celebrazioni dell’1 e del 2 novembre, proprio perché esse toccano le corde, forse un po’ trascurate o peggio stonate, del nostro cuore.

Leggi tutto l’articolo di Mariacristina Nasi su La Libertà del 28 novembre

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