Convegno Caritas parrocchiali: un’esplosione di speranza

Notizie dal convegno diocesano delle Caritas parrocchiali

“La paura non fa parte del messaggio evangelico; anzi pare che l’unico nemico da temere sia colui che mi separa dall’amore di Dio”. Con questa frase chiara ed essenziale don Romano Zanni ha introdotto il suo intervento al convegno diocesano della Caritas “Dalla paura all’incontro” che si è celebrato nella mattina di sabato 10 novembre presso l’Oratorio “Don Bosco” di via Adua a Reggio.
Le parole di don Romano, che si è definito appassionato di Caritas anche se ormai decaduto da ogni incarico, hanno commentato il brano di Genesi 2, 18-25 e si sono mescolate a quelle di Papa Francesco scritte nella Evangelii gaudium, in particolare al numero 87: “Le maggiori possibilità di comunicazione” si possono tradurre oggi “in maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti. Se potessimo seguire questa strada, sarebbe una cosa tanto buona, tanto risanatrice, tanto liberatrice, tanto generatrice di speranza! Uscire da sé stessi per unirsi agli altri fa bene. Chiudersi in sé stessi significa assaggiare l’amaro veleno dell’immanenza, e l’umanità avrà la peggio in ogni scelta egoistica che facciamo”.
Quindi, spazio alle tante esperienze positive che abbiamo vicino a noi per vincere la tentazione della chiusura e della disperazione!
Dopo l’introduzione di don Romano, il convegno ha proposto ai presenti, divisi in gruppi, un percorso di narrazione di esperienze attraverso alcune “stanze parlanti”. Ognuno dei partecipanti ha avuto la possibilità di ascoltare, vedere e toccare 4 delle 9 esperienze di incontro espresse in modo interattivo e appassionato da vari testimoni. Un gruppo di giovani studenti dell’IDML, strumenti musicali alla mano, ha interpretato una canzone frutto di un progetto di integrazione con alcuni giovani migranti richiedenti asilo che si sono messi in gioco suonando uno strumento o rappando un testo. Alcuni giovani del gruppo scout Albinea 1 hanno raccontato il progetto di inclusione e integrazione di ragazzi richiedenti asilo finanziato da un bando dell’Unione dei Comuni e voluto dopo la partecipazione a un campo di servizio in Calabria.

Bah ha raccontato la sua incredibile e drammatica storia di migrazione dal Gambia fino a Novellara. Accolto e inserito in un progetto di Servizio civile, non smette di ringraziare l’Italia per l’opportunità di rifarsi una vita. Ora, vuole studiare per ottenere la licenza media e sogna di diventare operatore socio-assistenziale.

Leggi tutto l’articolo completo di Gianmarco Marzocchini su La Libertà del 21 novembre



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