Unindustria Reggio Emilia presenta il libro “Marchionne lo straniero”

Giovedì 15 novembre incontro con l’autore e conversazione con Storchi, Palombella e Rinaldini

Unindustria Reggio Emilia organizza giovedì 15 novembre alle ore 17,30 all’Auditorium Credem (via Emilia San Pietro, 6 – Reggio Emilia) la presentazione del libro “Marchionne lo straniero”, scritto dal giornalista de Il Sole 24 Ore Paolo Bricco, edito da Rizzoli.

Sarà presente l’autore del volume dedicato al manager del gruppo internazionale Fca Sergio Marchionne e se ne discuterà pubblicamente con Fabio Storchi, Presidente Unindustria Reggio Emilia, Rocco Palombella, Segretario generale UILM e Gianni Rinaldini, già Segretario generale FIOM.

L’incontro sarà moderato da Massimiliano Panarari, docente universitario e editorialista.

L’iniziativa è aperta al pubblico, per motivi organizzativi è richiesta la conferma di partecipazione a marketing@unindustriareggioemilia.it, tel. 0522/409711.

Note sul libro

Sergio Marchionne, figlio di un carabiniere abruzzese emigrato in Canada, è l’uomo che ha preso in mano la Fiat nel delicato momento di transizione dopo la morte di Gianni e Umberto Agnelli, ne ha evitato il fallimento, l’ha condotta all’acquisto e alla riorganizzazione di un gigante decaduto dell’industria americana come Chrysler e ha fatto nascere il gruppo internazionale Fca.

In questo libro, Paolo Bricco scrive con ricchezza di documenti e testimonianze la biografia di un manager unico: le sue radici tra gli italoamericani di Toronto, l’arrivo, da straniero, nella Torino in declino di inizio XXI secolo, prima l’idillio e poi gli scontri senza quartiere con il sindacato, il rapporto con Barack Obama, i sogni e i compromessi con la realtà, fino all’improvvisa scomparsa nel luglio 2018.

Allo stesso tempo, racconta l’America della grande crisi dell’auto e la sua trasformazione tra Midwest e Silicon Valley, il destino dell’Italia, le peripezie di icone come Fiat e Alfa Romeo, Maserati e Ferrari. È la storia dell’industria globale tra crolli e innovazione, con la centralità della finanza, le mutazioni del lavoro e delle relazioni politiche e sindacali, la metamorfosi di luoghi come Torino, Pomigliano d’Arco e Detroit, dove la crisi e la rinascita delle fabbriche hanno segnato il paesaggio umano e la sorte di centinaia di migliaia di famiglie.

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