Incontro con il presidente dell’Azione Cattolica Italiana
Reggio, Oratorio Don Bosco, sera di lunedì 29 ottobre: l’Azione Cattolica diocesana incontra il presidente nazionale Matteo Truffelli, alla guida dell’associazione da maggio 2014. È l’occasione per parlare anche del suo libro “La P maiuscola. Fare politica sotto le parti”, editrice Ave, uscito pochi mesi fa nella forma di un dialogo con Gioele Anni, consigliere nazionale per il Settore Giovani dell’Ac italiana. Laureato in Filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sposato con Francesca, Truffelli è professore associato di Storia delle Dottrine politiche all’Università di Parma.
Nel testo l’autore parte dalle figure che in centocinquant’anni di storia associativa hanno servito il Paese, da Giuseppe Toniolo fino ad arrivare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per invitare all’edificazione del bene comune osservando il nostro tempo con uno “sguardo contemplativo” non stando sopra le parti, ma sotto di esse.
Presidente, che momento sta vivendo l’Azione Cattolica?
Oggi l’Ac è un’associazione presente in tutte le diocesi italiane, in circa 7.000 parrocchie, e per tre quinti è composta da persone che hanno meno di trent’anni. L’Azione Cattolica è ancora capillarmente presente in tutta la Chiesa italiana, compresi i territori più periferici: ciò implica da una parte la sua popolarità, ma dall’altra anche una responsabilità, nel senso che essa può e vuole essere uno strumento nelle mani della Chiesa italiana per contribuire a dare corpo al sogno di Chiesa che Papa Francesco ha disegnato nella Evangelii gaudium.
Quindi un’associazione più estroversa?
Il compito che sentiamo di avere in questi anni è essere un’Ac più popolare e più incarnata per aiutare la Chiesa a essere più missionaria nella vita delle persone, delle famiglie, delle comunità, delle città, dei quartieri, dei paesi, sia per vivere la dimensione prettamente ecclesiale dell’evangelizzazione, sia per contribuire alla costruzione di una società più umana e giusta nei territori dove viviamo.
“La P maiuscola”. Cioè?
L’Azione Cattolica ha alle spalle una lunga riflessione sulla propria responsabilità politica e sulle forme in cui questa responsabilità può e deve essere giocata. Poi quando il 30 aprile 2017 Papa Francesco ha incontrato l’associazione in piazza San Pietro, mentre domandava agli aderenti di impegnarsi a gettare il seme buono del Vangelo nel servizio alla carità, all’educazione, alla cultura e alla politica, ha inserito a braccio un inciso del discorso, raccomandando: “Mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola!”. Ci è suonato come un invito venuto dal cuore del Papa.
Si può dire che il suo libro è nato quel giorno?
Sì, dall’idea di rileggere il patrimonio di riflessione politica che l’Ac ha dentro di sé da 150 anni alla luce di quell’esortazione e di questo pontificato. Per aprire una discussione: ecco perché il libro è stato pensato non come un testo sistematico o un saggio, ma come un’intervista, la quale ha dentro di sé il codice del discorso aperto. Vorremmo generare un confronto sia dentro l’associazione che fuori.
Continua a leggere l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 7 novembre