Venerdì 9 novembre, alle ore 20.30, al Teatro Cavallerizza. E alle ore 18, nell’ambito del Reggio Film Festival, incontro con proiezioni con i due interpreti alla Libreria Punto Einaudi-Strand
Fratto _X di Flavia Mastrella e Antonio Rezza di venerdì 9 novembre, alle ore 20.30, porta al Teatro Cavallerizza due poeti dell’assurdo, autori di duetti ai limiti del nonsense e dalla dirompente comicità, che per la prima volta vengono accolti dal festival Aperto.
Prima dello spettacolo, alle ore 18, alla Libreria Punto Einaudi-Strand i due straordinari interpreti dell’insensatezza parteciperanno a un incontro, a cura di Reggio Film Festival, durante il quale mostreranno alcuni rari cortometraggi e dialogheranno con il pubblico.
Spiegare lo spettacolo interpretato da Antonio Rezza e Ivan Bellavista è praticamente impossibile: se non che Fratto-X è come “un ideogramma, insegue la freschezza vibrante del tratto e il colore saturo dell’immagine in 3D”, come ne scrive Flavia Mastrella.
Tutte le certezze dello spettatore svaniscono, né aiuta affidarsi a quello che scrivono gli stessi interpreti: “Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la domanda? – scrive lo stesso Rezza – Due persone discorrono sull’esistenza. Una delle due, quando l’altra parla, ha tempo per pensare: sospetta il tranello ma non ne ha la certezza. La manipolazione è alla base di un corretto stile di vita. Per l’ennesima volta si cambia forma attraverso la violenza espressiva. Mai come in questo caso o, per meglio dire, ancora come in questo caso, l’odio verso la mistificazione del teatro, del cinema, della letteratura, è implacabile. Il potere sta nel sopravvivere a chi muore. Noi siamo pronti a regnare. Bisognerebbe morire appena un po’ di più”.
«Qualcuno poteva forse pensare che, col trascorrere degli anni, il fenomeno Antonio Rezza-Flavia Mastrella fosse destinato a trovare un po’ di pace – scriveva Franco Quadri, tra i maestri della critica teatrale – se non il senso della ragione; e invece questa ragione ha sviluppato i suoi artigli fino a raggiungere la follia pura, ma elaborando il pensiero con un’acutezza così forsennatamente logica da fare a pezzi la sedicente realtà, assunta e cavalcata con criteri rigorosamente matematici».