Martedì 13 novembre a Reggio Emilia incontro con Padre Thomas Georgeon
Padre Thomas Georgeon, postulatore della causa di beatificazione dei 19 martiri d’Algeria, sarà a Reggio Emilia martedì 13 novembre per un incontro dal titolo «Algeria, Tibhirine, l’amicizia e il martirio». L’evento, a ingresso libero, si terrà nell’Aula magna del Seminario vescovile (viale Timavo, 93) alle ore 21.00. A promuovere l’iniziativa sono Editrice Missionaria Italiana in collaborazione con la Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla, la Commissione diocesana per i rapporti con i musulmani e la Scuola teologica diocesana “Don Pietro Lombardini”. Modera Anna Pozzi, giornalista della rivista dei Missionari del PIME Mondo e Missione, media partner dell’evento.
A partire dal suo ultimo libro, «La nostra morte non ci appartiene». La storia dei 19 martiri d’Algeria (con Christophe Henning, Editrice Missionaria Italiana, prefazione di Enzo Bianchi, in libreria dall’8 novembre), p. Georgeon racconterà le vicende umane e spirituali di questi 19 «oscuri testimoni della speranza», per citare l’affermazione di uno di essi, padre Christian de Chergé, priore del monastero di Tibhirine, luogo dello spirito reso celebre dal film Uomini di Dio, e che saranno proclamati beati il prossimo 8 dicembre a Orano, in terra algerina, per decisione di papa Francesco.
Nell’incontro di Reggio Emilia, p. Georgeon descriverà le scelte di vita di ciascuno e ciascuna martire durante gli anni della guerra civile, e ricostruirà il contesto biografico nel quale maturò la loro scelta personale di non lasciare l’Algeria durante il conflitto tra il terrorismo islamista e la repressione dell’esercito, che causò 150mila morti tra il 1992 e il 2001. In particolare, evidenzierà più di ogni altra cosa la crescente insicurezza che mese dopo mese, a partire dal primo duplice omicidio di religiosi cattolici ad Algeri – l’8 maggio 1994 fratel Henri Vergès e suor Paul-Hélène Saint-Raymond –, attanagliò la piccola comunità ecclesiale d’Algeria, composta di religiosi, missionari e missionarie, suore, vescovi.
In questa continua insicurezza i 19 martiri decisero consapevolmente di restare accanto al popolo algerino fino al prezzo della vita, in piena coerenza con l’affermazione di mons. Pierre Claverie, vescovo di Orano ucciso il 1° agosto 1996, secondo il quale: «Non siamo mossi da non so quale perversione masochista o suicida. Ma restiamo come al capezzale di un amico, di un fratello ammalato, in silenzio, stringendogli la mano». Scriveva ancora fratel Michel Fleury, monaco di Tibhirine, assassinato il 21 maggio 1996: «Se ci succedesse qualcosa, vogliamo viverlo qui, solidali con tutti gli algerini che hanno già pagato con la vita».
Il libro di Georgeon e Henning ricostruisce quindi in maniera avvincente e coinvolgente questa atmosfera drammatica, nella quale i beati d’Algeria fecero la scelta di restare fedeli alla vocazione cristiana in terra di missione.
Per informazioni scrivere a: commissioneislamdiocesire@googlegroups.com
L’AUTORE
Thomas Georgeon è un monaco trappista. Ha studiato comunicazione alla Sorbona e lavorato in un’agenzia fotografica. In seguito è entrato nell’ordine dei trappisti nel quale ha rivestito diversi incarichi fino alla nomina, nel 2013, a postulatore della causa di beatificazione dei 19 martiri d’Algeria. Ha scritto (con F. Vayne) Semplicemente cristiani. La vita e il messaggio dei beati martiri di Tibhirine (Lev).