Amando «con cuore purissimo»

Presieduta da Caprioli la festa delle Case della Carità

Cari fratelli e sorelle,
anche quest’anno celebriamo assieme l’Eucaristia nella solennità di santa Teresa di Gesù e viviamo così questo momento comune di gioia e di festa. Saluto in particolare i Vescovi concelebranti e i Superiori dell’Istituto: don Filippo, don Romano, Suor Ines. Un pensiero speciale va poi a Sr. Rossella della Madonna della Ghiara, nel giorno della sua prima professione, così come ad Alessandro e a Beatrice della Madonna della Ghiara che fra pochi istanti rinnoveranno i loro voti. Un saluto a tutti gli ospiti delle Case della carità e a tutte le persone che, a vario titolo, con la loro preghiera e la loro collaborazione, sostengono l’opera delle Case. Durante questa liturgia alcune famiglie rinnoveranno le promesse e molti ausiliari riceveranno il crocifisso. Anche a voi il mio saluto e il mio incoraggiamento. Inoltre la benedizione si estende a tutti i consacrati nel mondo. Ci troviamo così uniti anche ai nostri fratelli e sorelle lontani, che lo Spirito di Dio e la forza della preghiera sanno renderci vicinissimi.

Un solo Dio e Padre di tutti (Ef 4,6): questa frase che abbiamo ascoltato nella seconda lettura è anche il titolo che avete voluto dare a questa giornata. Dio è padre di tutti: ciò significa che noi siamo legati l’uno all’altro per mezzo di stretti vincoli. I vincoli sono ancora più stretti nel momento in cui Dio ci chiama ad appartenere ad una famiglia particolare all’interno del grande mare della Chiesa. Anche l’istituto delle Case della Carità è una vera e propria famiglia, nella quale molte persone sono chiamate a vivere insieme e sono legate dall’appartenenza al medesimo carisma. Il vostro carisma è il dono speciale ed unico che Dio ha dato a colui che ha dato inizio all’esperienza che ciascuno di voi ha liberamente fatto propria. Le intuizioni fondamentali di don Mario Prandi sono il cuore della vostra esperienza. Scoprirle, approfondirle, meditarle, far loro spazio nel cuore. La strada della vostra crescita e della vostra unità passa da qui.

Di recente ho riletto un testo di don Mario che mi sembra essere molto significativo. Si tratta della prima pagina del suo diario, scritta quando egli era solo diciannovenne, il 18 febbraio 1929 ad Albinea. “Gli altri non hanno bisogno in generale dei nostri beni, ma sono avidi del nostro cuore. A me spetta dare il cuore al mio prossimo: spetta renderlo purissimo. Degno di essere dato in dono ai membri vivi di Gesù Cristo. I miei compagni, tutti gli uomini sono miei fratelli: ora come non dovrei essere buono con loro? Essere buono col mio prossimo: che ideale luminoso attuabile!”. Queste parole esprimono bene la strada che siete chiamati a percorrere: rendere il vostro cuore purissimo, perché esso va donato al prossimo. Il vostro cuore – nient’altro! – è ciò che i nostri fratelli aspettano. Gli altri desiderano il nostro cuore, e in particolare ciò che di grande e puro abita per grazia il nostro cuore, come la Samaritana che desiderava da Gesù acqua viva.

Si tratta quindi di rendere il cuore purissimo. Cosa significa? Come si fa? Da soli non ce la possiamo fare. Abbiamo bisogno di camminare insieme a qualcuno che ci può indicare la strada. In una parola: abbiamo bisogno di essere educati e accompagnati. Ecco l’importanza della formazione nella fase iniziale della vita religiosa e poi l’importanza della formazione permanente sotto la guida dei superiori e nella continua meditazione dei testi che il vostro fondatore vi ha lasciato.
Per rendere il cuore purissimo e quindi per essere poi in grado di vivere autenticamente, la carità necessita dell’approfondimento della fede attraverso lo studio del Vangelo e della Scrittura in generale, e attraverso la preghiera e i sacramenti.

Continua a leggere le parole del Vescovo monsignor Massimo Camisasca su La Libertà del 24 ottobre



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