Incontri con Gesù, qui e ora

«Perché mi cercate?», il nuovo libro del vescovo Massimo

Formato compatto, 11 centimetri di base e 18 di altezza, per il nuovo libro di Massimo Camisasca, appena uscito con il titolo “Perché mi cercate?. Incontri con Gesù nel Vangelo” (Edizioni San Paolo 2018, 160 pagine, 10 euro). Sfogliandolo, è facile individuarne nel termine “incontro” il leit motiv, sia perché l’autore rilegge gli incontri con Cristo di una dozzina di personaggi così come descritti dagli evangelisti – ecco sfilare il cieco nato, Nicodemo, la Samaritana, Lazzaro, Simon Pietro, il Cireneo, Maria Maddalena, i due ladroni e il Centurione, fino al rapporto con il Risorto di Pietro, Giovanni e Paolo di Tarso -, sia perché la stessa vita del Vescovo, allievo di don Giussani, già docente di filosofia nei licei e all’università, fondatore della Fraternità sacerdotale dei Missionari di san Carlo, si nutre continuamente di incontri, di Parola e di parole.

In questo caso il dato di partenza da cui il Vescovo muove le sue meditazioni è che Gesù è ancora in mezzo a noi, quindi che l’incontro con Lui si ripete nel qui ed ora.
In “Perché mi cercate?” Camisasca riprende i temi dei discorsi tenuti ai giovani in Cattedrale e nell’introduzione al testo svolge una stimolante considerazione proprio sulla giovinezza, intesa come condizione dello spirito, molto prima che del corpo.

“È nell’anima, nel cuore – scrive – che si può essere vecchi a vent’anni oppure giovani a novanta. Un uomo o una donna sono giovani quando sanno attraversare la vita ricreandola, quando non subiscono gli avvenimenti, quando non sono uccisi dalle avversità, quando hanno sete di amore e di conoscenza. Essere giovani vuol dire essere disponibili a lasciarsi prendere per mano e condurre da Dio in una stagione nuova della vita”.
Consequenzialmente, la vecchiaia non è un concetto fisso, ma “arriva quando ci fossilizziamo nei nostri limiti, quando non sappiamo perdonare noi stessi e gli altri, quando non speriamo e non cerchiamo più. Per essere giovani bisogna continuamente imparare a perdonare”.

Il tratto rivoluzionario del nuovo corso della storia inaugurato da Gesù, spiega il vescovo Massimo, è stato l’umanità dei suoi incontri. Un’umanità sconfinata che veniva dalla sua divinità e che guardava l’altro con passione, interesse, bontà. “L’incontro personale è stato la strada maestra che Gesù ha scelto per comunicarsi agli uomini. Ha percorso le strade della Palestina per mesi. Certamente lo seguivano centinaia, migliaia di persone. Tuttavia egli non si accontentava di parlare alle folle: ha sempre scelto di incontrare volti precisi, nomi, storie. In mezzo alle folle cercava gli sguardi di coloro che lo volevano seguire, di coloro che avevano il cuore aperto”.
Abbiamo rivolto all’autore del libro qualche domanda per i lettori del giornale diocesano.

Don Massimo, quanto hanno inciso, sul suo desiderio di scrivere questo libro, gli incontri vissuti in Cattedrale con i giovani reggiani?
Il libro è la pura trascrizione di quegli incontri. Ne è la trasmissione a chi non c’era e la memoria a chi era presente. Un’occasione per meditare sulla contemporaneità di Gesù all’istante della vita.

Continua a leggere l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 24 ottobre

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