Voglia di Chiesa!

Ecco la campagna di abbonamenti 2019 a «La Libertà», mentre il governo colpisce stoltamente i piccoli editori

Quante sfide in un solo anno! E come ogni autunno, con l’avvio della nuova campagna abbonamenti a La Libertà, siamo qui a condividerle con voi, care lettrici e cari lettori, che siete la nostra forza e la nostra ragion d’essere. Parliamo di noi, dunque, delle fatiche e delle soddisfazioni: non per un fremito autocelebrativo, ma per un dovere di trasparenza che sentiamo parte del nostro mestiere di comunicatori. Riprendiamo il discorso dal punto in cui lo avevamo lasciato: un anno fa di questi tempi – ricordate? – eravamo all’apice delle vostre proteste per i disservizi nel recapito postale. Poi con l’inizio dell’anno abbiamo deciso, rimboccandoci le maniche, di anticipare il più possibile l’edizione settimanale, che ora viene inviata alla tipografia per la stampa come regola il lunedì mattina, in modo da arrivare nelle case degli abbonati il mercoledì o il giovedì.
Ebbene, dopo dieci mesi di questo 2018 le lamentele per ritardi nella consegna del giornale sono crollate. Ci sono ancora (e temiamo rimarranno) casi di malfunzionamento nella distribuzione, che vi invitiamo a segnalare sempre in redazione, in modo che possiamo attivare la procedura di reclamo; però il problema è stato sostanzialmente risolto.

La chiusura anticipata al lunedì mattina si riverbera sul lavoro di impaginazione del giornale, che viene costruito tra il mercoledì e il venerdì della settimana precedente quella di uscita, a partire da contenuti che, grazie alla vostra vivacità, sono abitualmente sovrabbondanti rispetto alla capienza di una singola edizione: per questo può capitare che alcuni articoli aspettino qualche turno o che notizie inviate all’ultimo momento non trovino posto. Ai corrispondenti e collaboratori vecchi e nuovi consigliamo sempre di concordare prima i propri servizi e in ogni caso di recapitare contributi e avvisi con una decina di giorni di anticipo rispetto alla data desiderata di pubblicazione.

Da quest’anno inoltre La Libertà è diffusa in tutte le edicole del territorio diocesano, alcune delle quali dotate di espositore porta-locandina: una scelta pastorale, perché la voce della Chiesa locale esca verso le “periferie”, ma anche una scommessa sulla carta stampata e sul suo legame con i territori.
Scommessa ancora aperta, ché il clima nel mondo dell’editoria resta pesante: i frequenti attacchi ai giornali e ai giornalisti del vicepremier Di Maio e dei suoi epigoni sono la spia di una mentalità che guadagna terreno nel mondo superficiale della Rete, sempre più aggregatore di news false o pilotate ad arte e covo di hater (odiatori) professionali, sicché una delle battaglie combattute dal Consiglio dei Ministri ha consistito nell’azzeramento del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, peraltro fresco di riforma (e non certo pasciuto), con effetti esiziali per tante voci del settore non profit. Evidentemente c’è chi al potere non vede nell’informazione libera e plurale quel caposaldo fondamentale di democrazia che è, ma un ostacolo sulla strada verso l’addomesticamento digitale del consenso, con annessa berlina video-social dei dissidenti. C’è un colossale abbaglio, che i lettori devono conoscere: il Fondo che il governo vuole cancellare non finanzia più, già da anni, i grandi mass media, ma la piccola editoria, fatta di cooperative di giornalisti e poligrafici, di settimanali delle Diocesi, di fogli pubblicati dalle minoranze etniche…: voci minori quanto a fatturati però estremamente significative per l’appartenenza, il valore intrinseco e l’originalità che esprimono (bastava leggere bene il nome del Fondo, prima di colpirlo). Protesteremo ancora, insieme, per questo provvedimento dissennato!

Voglia di buttarla in politica, allora? Tutt’altro. Quest’anno abbiamo scelto come slogan per la campagna abbonamenti “Voglia di Chiesa!”, con tutta la varietà di esperienze e di fantasia (anche politica) che nostra Madre ci insegna da secoli. Perché dire Chiesa, e quindi comunità, è già andare controcorrente in un mondo di individualismi; è una parola certa detta a una società disorientata; un atto di fiducia nell’uomo quando fuori dominano paura e diffidenza.
Raccontare questa nostra Chiesa è la missione per cui La Libertà esiste. Quando il settimanale cattolico è sorto, nel 1952, c’erano adesioni più massicce e sanguigne contrapposizioni ideologiche; oggi i numeri sono tendenzialmente in calo e sempre più coscienze scivolano nel letargo dell’indifferenza, ma non è venuto meno il bisogno di abitare cristianamente le comunicazioni sociali.
Ogni giorno è fatto di piccole, grandi sfide: ad esempio l’aumento dei costi della carta (oltre il 7%), che si scarica – sia pure solo parzialmente – sulle nuove quote d’abbonamento 2019, pubblicate a pagina 23.

Un’ultima spiegazione che vi dobbiamo riguarda il cambio di editore che decorre dal 1° ottobre scorso: con atto notarile il ramo d’azienda Centro diocesano Comunicazioni sociali/La Libertà è stato donato dalla Pia Unione della Dottrina Cristiana al Seminario Vescovile di Guastalla in base a un decreto del vescovo Massimo che ha separato due ambiti: la gestione e il coordinamento delle attività di istruzione e formazione, attraverso la Scuola San Vincenzo in Reggio e l’Istituto Sant’Orsola in Guastalla, rimangono assegnate alla Pia Unione, mentre l’impresa editoriale, la comunicazione degli eventi pastorali e la più ampia diffusione del messaggio cristiano realizzate tramite La Libertà e il Centro diocesano Comunicazioni sociali sono passate in capo al Seminario Vescovile di Guastalla. Scelta non casuale, giacché a Guastalla si è per lungo tempo realizzata un’edizione del settimanale diocesano, e guastallesi erano i compianti don Gianni Crotti e monsignor Bellani. Quasi un ritorno alle origini, anche se la sede operativa del Centro e del giornale rimane nella redazione di via Vittorio Veneto 8/a in Reggio centro, di fianco all’ingresso del vescovado.
Oltre all’impegno “politico” per il mantenimento di un adeguato finanziamento statale ai piccoli giornali, un’altra sfida che iniziamo a raccogliere è quella della sostenibilità economica: il Centro diocesano per le Comunicazioni sociali/La Libertà ha accettato di ridurre, a partire già da quest’anno, la richiesta di contributi dai fondi dell’8xmille nei confronti della Diocesi.

Per camminare in avanti confidiamo nei tanti che ci leggono e stimano, negli inserzionisti che vorranno servirsi di queste pagine per la pubblicità, in quanti con l’abbonamento sostenitore a La Libertà ci aiuteranno a finanziare anche le tante attività che non hanno una tariffa (come il sito web o le dirette multimediali) e tutti voi se, donando una copia a qualcuno o magari curando una piccola rivendita parrocchiale, ci farete raggiungere nuovi lettori. In una parola, confidiamo nella nostra e vostra voglia di essere Chiesa!

Edoardo Tincani

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