Scuola sul Paesaggio del Parmigiano Reggiano

Da giovedì prossimo, 17 ottobre, fino a domenica 21 si svolgerà la Scuola sul paesaggio del PARMIGIANO REGGIANO, progettata in stretta collaborazione tra la Biblioteca Archivio Emilio Sereni – Istituto Alcide Cervi, la Riserva MAB Unesco Appennino Tosco Emiliano Parco Nazionale, i Parchi del Ducato, i Comuni di Casina, Neviano Arduini, Carpineti e l’Unione dei Comuni Appennino Reggiano. L’iniziativa è rivolta ad amministratori pubblici, Centri di ricerca, Università, operatori territoriali, imprenditori, studiosi, professionisti (Architetti, Agronomi, Geometri, Ingegneri che riceveranno crediti formativi), associazioni culturali, docenti e studenti di ogni ordine e grado,

L’obiettivo è quello di far incontrare i diversi interlocutori e riflettere insieme sull’efficacia sociale e politica della ricerca sul paesaggio, sui modi della conoscenza, tutela e valorizzazione del Paesaggio del Parmigiano Reggiano.

Il paesaggio, con le sue armonie e disarmonie, con le sue bellezze e le sue contraddizioni, è lo specchio fedele dei problemi e delle opportunità di un Paese. Il paesaggio agrario, in particolare, è la dimensione visibile di come nel tempo si è coltivato e governato il territorio, di come si è allevato il bestiame, di come si sono relazionate città e campagna, produzione e consumo, lavoro e tempo libero, politiche e gestione del territorio. Anche il paesaggio delle aree del Parmigiano Reggiano, DOP di straordinaria notorietà e valore commerciale, è stato disegnato nel tempo dall’uomo, modificato secondo le necessità della coltivazione e dell’allevamento.

Il perché di questa “Scuola sul Paesaggio del Parmigiano Reggiano” ce lo spiega Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale e coordinatore della MAB UNESCO dell’Appennino Tosco Emiliano.

 “La necessità di questa iniziativa nasce dal fatto che da un lato il Parmigiano Reggiano non ha ancora pienamente messo in valore le qualità dell’ambiente rurale che lo produce. E d’altro lato il nostro territorio rurale non ha saputo nel suo insieme avvantaggiarsi dell’essere luogo di nascita e produzione di uno dei formaggi migliori e più famosi al mondo. L’aumento delle vendite dirette dei caseifici della zona dimostra la forza espansiva del legame prodotto – territorio. Dall’altro lato ogni edificio rurale dovrebbe valere di più, per essere in un territorio indentificato con un prodotto super, ma ancora non è così.”

Eppure il Parmigiano Reggiano è un prodotto molto noto e di grande valore

Tutti sappiamo di essere Terre di produzione del Parmigiano Reggiano e ci viviamo ogni giorno. Ma –  a parte qualche grande cartello stradale – la consapevolezza delle persone comuni e le azioni mirate che servirebbero si fermano qui. C’è dunque molto spazio di pensiero e di azione. Serve prima di tutto elevare la conoscenza e il sentimento. Essere terra di Parmigiano Reggiano è un dato di fatto – che di fatto è quasi ignorato al di fuori del mondo agricolo. La filiera produttiva del Parmigiano Reggiano e il suo territorio sembra vivano come separati in casa sulla stessa terra.

Quasi si ignorano?

Potremmo dire che “si vedono tutti i giorni e si salutano appena”. Serve una attività permanente di formazione che si rivolga a tutti.

Da qui l’esigenza di realizzare una Scuola con l’ Archivio Emilio Sereni – Istituto Alcide Cervi

Una “Scuola”- parola grossa lo ammettiamo – è ciò che serve per costruire una conoscenza migliore, più completa; non tanto più approfondita sui singoli aspetti estetico, economico, ambientale, urbanistico, quanto piuttosto capace di mettere davvero in fruttuosa relazione i diversi approcci di cui sopra  e all’uso del nostro territorio e all’idea di paesaggio.

La parola “Paesaggio” piuttosto complessa

Si sa è concetto difficile da definire, difficile da comunicare. E’ sintesi di realtà fisica, geografica, estetica, ma anche di percezione e interpretazione soggettiva. E’ sintesi di ambiente e cultura.

La nostra Costituzione affronta questo concetto esplicitamente

Politica del paesaggio, secondo l’art. 9 della Costituzione – non è solo dettare o applicare norme; è soprattutto far crescere intelligenza, conoscenza e consapevolezza dei perché dell’esistente e – di conseguenza – delle migliori direzioni e pratiche da adottare. Sviluppare il valore del nostro paesaggio rurale è sicuramente una delle missioni essenziali della Riserva MaB Appennino, perché essere riserva di biosfera dell’UNESCO è impegno prima di tutto culturale, nel senso che la missione MAB è migliorare il senso di appartenenza, il livello di conoscenza e la motivazione del capitale umano- in definitiva di tutte le persone – alla qualità e sostenibilità del territorio. Con questa “Scuola” tentiamo un’azione concreta, sperimentale e fondativa. Grazie all’istituto Cervi, ai comuni di Casina, Neviano, Carpineti e Unione Appennino e alla cooperazione tra Parco Nazionale e Parchi del Ducato, parte questa prima esperienza che si concentra, per chi voglia partecipare, nella giornata di venerdì al Castello di Sarzano.

Non sarà una “Scuola” che produce un diploma o una laurea.

E’ una scuola “territoriale”, cioè rivolta al territorio che deve esserne l’oggetto, il beneficiario e il protagonista. Ci auguriamo che operatori, tecnici, professionisti, insegnanti, amministratori locali e cittadini partecipino per far decollare questo progetto.

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