Volontariato che disseta

Così «Una goccia di speranza» anima la parrocchia

“…i piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo, ma tanto agli occhi di Dio, i suoi prediletti, hanno bisogno di noi, e noi dobbiamo essere con loro e per loro e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia d’acqua nell’oceano” (Annalena Tonelli)

Le parole di Annalena delineano bene i contorni del progetto “Una goccia di speranza”, che è davvero una realtà piccola, una goccia che quasi non si vede, non si nota, eppure c’è e vive e si è sviluppata in questi anni in alcune parrocchie della diocesi di Reggio Emilia (Sant’Anselmo, Scandiano, San Martino in Rio) sull’esempio dell’unità pastorale Giovanni Paolo II che ha dato inizio a questa avventura nel 2009.
Vedere che una parrocchia vicina era riuscita ad avvicinare e ad accogliere bambini disabili per vivere con loro un pomeriggio in allegria ci è sembrata una bella sfida e abbiamo desiderato viverla anche noi in Sant’Anselmo.

Su segnalazione del parroco, per raggiungere i bambini disabili del nostro quartiere, siamo andati a conoscerli nelle loro case e li abbiamo invitati a giocare con noi; poi abbiamo fatto il giro delle scuole elementari della zona, informando le maestre del progetto.
Incontrarli attraverso il gioco ci è sembrata la modalità più semplice, alla portata di tutti, di bambini loro coetanei, di ragazzi, di adulti, di nonni. Abbiamo predisposto uno spazio nei locali della parrocchia che fosse a loro misura, con poche barriere architettoniche, accogliente, con tappeti, tendine e cuscini variopinti.
È iniziato così nel gennaio 2011 dopo alcuni mesi necessari per parlarne tra noi, preparare il tutto e reperire volontari, il progetto Goccia, cioè un pomeriggio all’insegna del gioco e dell’allegria insieme a bambini e ragazzini disabili.

“Una goccia di speranza” è nata per una precisa scelta pastorale di fare spazio ai tesori della parrocchia e del territorio ed è cresciuta in questi anni grazie all’affetto e all’impegno di tanti, ma nel tempo ci si è accorti che ha una sua forza e una sua peculiarità che vanno al di là di noi e delle nostre modeste capacità. C’è una predilezione, una benedizione di Dio sulla vita dei piccoli che si irradia all’intorno e dilata i cuori di chi li avvicina, scioglie rigidità, suscita domande. Credo che questi bimbi siano depositari di un tesoro misterioso di cui noi, frequentandoli, cogliamo solo qualche frammento. Questa consapevolezza ci spinge ad avere molta umiltà e a “maneggiare con cura” persone che ci vengono semplicemente affidate. Per noi volontari – ce lo siamo detti più volte – è un privilegio stare con questi bimbi che con la loro naturalezza ci contagiano e ci aiutano a rallentare il passo, a dare valore a un gesto, a un sorriso.

Leggi tutto l’articolo di Monica Campioli, volontaria della «Goccia» di Sant’Anselmo, su La Libertà del 26 settembre

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