La croce dei pellegrini, la maglia del martirio

“Siamo qui per trovare risposta alle domande di verità e di felicità che portiamo nel cuore”. Con queste parole il nostro Vescovo, Massimo Camisasca, ha accolto i giovani pellegrini al termine de “Il Cammino di Rolando 2018”. Un percorso di 32 chilometri, lungo gli antichi sentieri matildici, attraversando alcuni dei luoghi più suggestivi dell’Appennino emiliano, per affidare la vita e il nuovo anno scolastico e universitario al Signore, accompagnati dall’intercessione del Beato Rolando e della Vergine Maria.
Le previsioni meteo erano pessime, con l’indicazione di piogge “consistenti” e ininterrotte per entrambi i giorni del Cammino, ma una mano materna ha allontanato la tempesta, squarciando le nubi grigie e aprendo spazi di luce. Così, sabato 1 settembre mattina, i pellegrini sono partiti dal Santuario del Beato Rolando Rivi a San Valentino (Castellarano), con il sole, e, con il sole, sono arrivati domenica 2 settembre alla Pieve di Santa Maria Assunta a Marola (Carpineti).

La fatica non è mancata, come durante la salita al monte Pilastro. Ma anche la fatica, come dicono Paolo e Gabriele, due fratelli e giovani pellegrini, “se c’è una motivazione profonda, una tensione alla meta, una compagnia che aiuta”, diventa leggera e si trasforma in “preghiera”. “è stato sorprendente camminare e pregare insieme”, aggiunge Agnese.
Il Cammino di Rolando è stato promosso dalla Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, insieme al Comitato Amici di Rolando Rivi e agli escursionisti del Gers, e ha visto la presenza, durante tutto il percorso, di don Umberto Tagliaferri, che ha guidato i momenti di preghiera e ha aiutato la crescita umana e cristiana dei giovani pellegrini con brevi e incisive riflessioni.

Leggi il testo integrale dell’articolo di Emilio Bonicelli su La Libertà del 5 settembre

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